Tuesday, January 27, 2015

CONSIGLIO O CONIGLIO?-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-27 gennaio 2015*******

CONSIGLIO O CONIGLIO?-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-27 gennaio 2015
CONSIGLIO O CONIGLIO?-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-27 gennaio 2015
Inaugurando il nuovo anno giudiziario, il presidente della Corte d’appello di Milano, Giovanni Canzio, ha rivolto “un saluto e un augurio deferente e affettuoso”, nonché i più alti sentimenti “di stima e gratitudine a Giorgio Napolitano per aver con equilibrio e saggezza saputo salvaguar- dare la tenuta delle prerogative presidenziali insieme con i valori di indipendenza e autonomia della magistratura”. E fin qui – a parte il fatto che l’ex presidente è andato ben oltre le sue prerogative e contro l’indipendenza dei magistrati che indagavano sui potenti – passi: è solo l’ennesimo saggio di piaggeria e sudditanza di una toga al potente di turno. Poi però Canzio sente “il dovere di rendergli onore per aver tenuto la barra dritta sul crinale dav- vero impervio della recente audizione, nel palazzo del Quirinale, da parte della Corte di assise di Palermo” sulla trattativa Stato-mafia. Non contento, nel testo stampato a spese dei contribuenti, aggiunge che “questa dura prova si poteva risparmiare al capo dello Stato, alla magistratura stessa e alla Re- pubblica Italiana”. Ma chi si crede di essere, questo signore? Il megadirettore galattico di tutti i giudici italiani, autorizzato da non si sa chi a decidere i testimoni di tutti i processi dall’Alpi a Scilla, isole comprese, e a giudicare i giudici di ogni ordine e grado? Nell’inaugurazione dell’anno giudiziario, i presidenti delle Corti d’appello prendono la parola non per esprimere opinioni personali (sempre legittime), ma per illustrare nell’esercizio delle loro funzioni l’attività giudiziaria nel proprio distretto. Non risultano competenze extraterritoriali che consentano loro di impicciarsi nel lavoro altrui. Quel che fanno i pm e i giudici di Palermo riguarda quelli e i loro capi. Altrimenti è il caos, la balcanizzazione della giustizia, dove il primo che si sve glia al mattino pontifica pro o contro questo o quel processo secondo i suoi gusti, simpatie e antipatie, e l’altro risponde per le rime. È ciò che ha fatto Canzio, con l’aggravante di attaccare un collegio giudicante che non può replicare, sennò finisce ipso facto sotto processo disciplinare per aver parlato di un processo in corso.
Domanda: esiste ancora un Csm? E, se sì, che aspetta ad aprire una pratica a tutela della Corte d’Assise di Palermo? E perché il Guardasigilli e il Pg della Cassazione non aprono un fascicolo disciplinare su Canzio? Quando fu assolto Mario Mori nel processo d’appello per favoreggiamento a Provenzano, il procuratore aggiunto palermitano Vittorio Teresi diede un “4 meno” alla motivazione della sentenza perché nelle prime 800 pagine su 1300 “andava fuori tema” parlando di un altro pro- cesso (quello sulla trattativa). Ora è sotto procedimento disciplinare per “comportamento grave- mente scorretto” verso i colleghi. Eppure – diversamente da Canzio – Teresi non è un giudice, ma un pm, cioè “parte” nel processo; giudicava non un processo aperto, ma chiuso; e il processo era il suo (infatti ha subito impugnato la sentenza), non di altri. Il Dlgs 23-2-2006 n. 109 “Disciplina degli il- leciti disciplinari dei magistrati” proibisce “i comportamenti che compromettano la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o dell’istituzione giudiziaria”; “l’ingiustificata interferenza nell’attività giudiziaria di altro magistrato”; e “la pubblica manifestazione di consenso o dissenso in ordine a un procedimento in corso... idonea a condizionare la libertà di decisione”. Chissà se il ministro Orlando, il Pg Ciani e il Csm intendono applicare la legge in modo uguale per tutti. In caso contrario, la facciano cambiare: “Quando un giudice dà noia alla Casta, può essere sputtanato impunemente dai giudici della Casta; quando invece si omologa alla Casta, la sua persona e i suoi atti sono sacri e inviolabili”. A quel punto, a parte la differenza fra la democrazia repubblicana e il fascismo, tutto sarebbe più chiaro.

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