Saturday, January 31, 2015

SCUSATE SE DIAMO NOTIZIE-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-31 gennaio 2015*******

SCUSATE SE DIAMO NOTIZIE-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-31 gennaio 2015
SCUSATE SE DIAMO NOTIZIE-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-31 gennaio 2015
Prima o poi doveva capitare. Ci tocca giustificarci per il peccato mortale di dare troppe notizie. Alcuni commentatori sul nostro sito, che evidentemente preferiscono non sapere e dunque hanno sbagliato giornale, ma anche Giuliano Ferrara e Giampiero Mughini, non si danno pace perché il Fatto ha raccontato gli altarini e gli scheletri negli armadi dei candidati al Quirinale. Compresi quelli di Imposimato, il prediletto del M5S di cui secondo qualche buontempone saremmo l’house organ. E soprattutto quelli di Mattarella, che oggi – salvo sorprese – dovrebbe essere eletto capo dello Stato. Apriti cielo, lesa maestà. Se la prendono con noi che facciamo il nostro mestiere, anzichè con i lecchini preventivi dei giornaloni che si portano avanti col lavoro e allungano le lingue per beatificare il futuro presidente come un genio, un eroe, uno statista di fama planetaria, dalla “schiena dritta”, anzi “di fil di ferro”, “sobrio” come e più di Monti, capace perfino di “sorridere” (così almeno giura un compagno di scuola scovato prodigiosamente dalla Stampa), senza spiegare come fu che cotale pepita d’oro sia rimasta per tutti questi anni a prender polvere e muffa nelle soffitte del Palazzo.
Abbiamo già detto e ripetiamo volentieri che Sergio Mattarella è un brav’uomo e non risulta aver commesso reati (è stato assolto nell’unico processo subìto). Ma in Italia ci sono decine di milioni di brav’uomini e brave donne come lui, magari anche un po’ meno incolori, inodori e insapori, che però non diventeranno mai presidenti della Repubblica, e nemmeno di una bocciofila, perché per diventare capo dello Stato si richiede forse qualcosa in più. Probabilmente Mattarella sarà un discreto presidente, com’è stato un discreto politico, un discreto ministro, un discreto giudice costituzionale. Come sempre, lo giudicheremo da quel che farà. Poteva andare peggio? Certo, molto peggio: basta scorrere il lombrosario degli altri candidati della Casta. Poteva andare meglio? Certo, molto meglio: basta scorrere la lista dei candidati preferiti dagli italiani nei sondaggi, da Rodotà a Prodi a Zagrebelsky. Personaggi diversi fra loro, ma inattaccabili sia personalmente sia per legami familiari e frequentazioni. Ricostruire la biografia completa di Mattarella,andando oltre le agiografie dei turiferari, è per Mughini roba “da Gestapo”. Per altri, nessuno dev’essere chiamato a pagare “le colpe dei padri, dei fratelli, dei coniugi, dei nipoti”. Il che è vero, se parliamo di un privato cittadino. È falso se parliamo di un aspirante presidente della Repubblica. Tantopiù nel caso di Mattarella, di cui viene continuamente ricordato come un merito il fratello ucciso da Cosa Nostra.Manco ne avesse solo uno,di fratello.Noine abbiamo scoperto un secondo: Antonino, che da atti giudiziari risulta in rapporti d’affari con Enrico Nicoletti, cassiere e non solo della Banda della Magliana. E ci è parso giusto ricomporre il quadro famigliare completo. Poi, di queste informazioni, ciascuno farà l’uso che crede. Nessuno vuole mandare in galera o punire Sergio Mattarella perché ha accettato contributi elettorali da un imprenditore mafioso, perché è stato eletto in Trentino con firme false o per gli affari discutibili del fratello vivo. Ma è giusto che la gente sappia tutto di lui, specie i grandi elettori che oggi dovranno scegliere se votare per lui o per un altro candidato privo di quei talloni d’Achille. Nelle democrazie, non nel Terzo Reich, funziona così.Jimmy Carter,l’uomo più potente del mondo ai suoi tempi, dovette rispondere dei traffici e perfino del tasso alcolico di suo fratello Bill. Margaret Thatcher finì al centro di polemiche per i business controversi del marito e poi del figlio. Yitzhak Rabin dovette lasciare la guida del governo israeliano per gli affari della moglie. L’attuale premier Bibi Netanyahu ha passato guai infiniti per le spese allegre della signora Sarah.
Il penultimo presidente della Repubblica tedesco Christian Wulff ha dovuto prima difendersi dalle accuse sul passato a luci rosse della seconda moglie e poi dimettersi per presunti favori a lui e alla consorte: nella Germania della Merkel, non della Gestapo. E persino in Italia il presidente Giovanni Leone dovette lasciare anzitempo il Quirinale per una campagna politico-giornalistica sulle presunte magagne dei suoi familiari. Oggi si parla molto del padre di Renzi, imputato per bancarotta fraudolenta, e di quello della Boschi, vicepresidente della Banca Etruria. Il privato, per l’uomo pubblico, non esiste. Soprattutto se l’interessato siede ai vertici dello Stato. E l’obiezione “non è mai stato condannato” – tipicamente giustizialista, anche se la usano i presunto antigiustizialisti – vale meno di una cicca: esistono fatti, circostanze, parentele, amicizie, frequentazioni, rapporti, conflitti d’interessi che non sono rilevanti sul piano penale, ma lo sono su quello morale, o politico, o della prudenza e dell’opportunità. In un paese di ricattatori e di ricattati, basta poco, pochissimo, per accumulare dossier e condizionare un potente. L’unico modo per sventare i ricatti e tenerne al riparo le istituzioni è pubblicare tutto, cosicché chi può ne faccia tesoro ed escluda dalle cariche pubbliche personaggi magari individualmente ineccepibili, ma potenzialmente ricattabili. È questo il compito della libera stampa: scavare, passare ai raggi X, informare, mettere sull’avviso, fornire a chi di dovere tutti gli strumenti affinché – diceva Einaudi – possano “conoscere per deliberare”. Se poi scelgono la persona sbagliata, non potranno dire che nessuno li aveva avvertiti.

Friday, January 30, 2015

LA LOBBY DELLE ASSICURAZIONI HA UN NUOVO AMICO: MATTEO*******

LA LOBBY DELLE ASSICURAZIONI HA UN NUOVO AMICO: MATTEO
30/01/2015
C’è chi dice che Renzi sia “amico delle banche” (e non siate “complottisti”, eh?) e che il suo sia “il governo delle banche”…
..
Bravo Matteo!
Neppure Silvio ci era riuscito…
Avanti così!
LA BOZZA DEL DDL CONCORRENZA SU CUI LAVORA L’ESECUTIVO SEMBRA SCRITTA DALL’ANIA: MENO RISARCIMENTI E NORME CHE FAVORISCONO LE COMPAGNIE.
Il 20 febbraio arriveranno in Consiglio dei ministri un bel po’ di leggi e decreti. Lo ha promesso martedì Matteo Renzi citando – tra gli altri – il ddl Concorrenza scritto da Federica Guidi. E qui c’è un problema. A giudicare dalla bozza in possesso del Fatto Quotidiano, infatti, al ministero dello Sviluppo hanno svuotato i cassetti di vecchie norme già respinte dal Parlamento: ci si riferisce, in particolare, a quelle in materia di Rc Auto, che al solito sembrano uscite dalla penna di un funzionario dell’Ania, la Confindustria delle assicurazioni.
Diminuire i risarcimenti: l’ossessione di un decennio Anche nel disegno di legge di Renzi c’è una norma che Ania tenta di far approvare almeno dall’ultimo governo Berlusconi: un taglio drastico sui risarcimenti per i macrodanni (cosette permanenti come la perdita di un arto o la morte). Un breve riassunto: il Codice delle assicurazioni entrato in vigore nel 2006 delegava il governo a stilare tabelle nazionali con i valori del risarcimento entro 24 mesi (la delega scadeva a gennaio 2008). Quelle per i microdanni (da 1 a 9 punti) arrivarono quasi subito, le altre (da 10 a 100 punti) finirono disperse: a delega già morta ci provò nell’agosto 2011 l’ex Cavaliere e all’inizio del 2012 Mario Monti con un apposito Dpr su tabelle elaborate dai tecnici del ministero dello Sviluppo. Il motivo di questo improvviso risveglio è semplice: proprio nel 2011 la Cassazione aveva stabilito che le tabelle nazionali già esistono e sono quelle – compilate in maniera scientificamente impeccabile – dal Tribunale di Milano. Solo che alle assicurazioni non piacciono: con quelle si paga troppo e infatti quelle del ministero tagliano i risarcimenti fino al 50%. Ora il ddl Guidi-Renzi riprova laddove fallirono i padri e, pur di fare un favore alle assicurazioni, in tre righe tenta di resuscitare una delega al governo scaduta da sei anni. Il colpo di frusta: quando una parola è di troppo In principio fu Monti, ma ora Renzi supera e corregge il maestro: nessuno dovrà mai risarcire un “colpo di frustra”. È andata così. Quando inizia la crisi le assicurazioni vanno in sofferenza, poi tornano agli utili con una cura semplice: aumento dei prezzi e abbattimento dei risarcimenti. A quest’ultima parte ci ha pensato il governo tecnico, che a inizio 2012 stabilì che i danni di lieve entità vanno risarciti solo se in presenza di un “accertamento clinico strumentale obiettivo”. Che significa? I medici legali delle compagnie non riconoscono mai i piccoli danni tipo il “colpo di frusta” e all’assicurato resta l’unica scelta di fare esami assai costosi per un risarcimento che potrebbe persino non coprirli. Risultato: quel capitolo è passato dal costare alle compagnie 2,7 miliardi l’anno a poco più di uno. E che facevano, nel frattempo, i costi per gli utenti? Ovviamente aumentavano. La legge di Monti, però, lasciava ancora qualche spazio all’autonoma scelta del medico e qui arriva il ddl di Renzi: nessuno spazio alla constatazione “visiva” del danno. O fai gli esami clinici o niente soldi. Gli avanzi di Letta: quando i renziani erano contro Altre norme presenti nel ddl Concorrenza vengono dritte dritte da un decreto del governo di Enrico Letta: all’epoca i renziani in Parlamento (assai meno di oggi) provvidero a far stralciare quelle norme, oggi il loro capo si appresta a ripresentarle. L’impianto propagandistico è lo stesso: vi faremo risparmiare il 25%. Poi magari non sarà proprio così, intanto le assicurazioni si prendono i loro vantaggi. Le compagnie – dice il testo – devono applicare “sconti significativi” a chi ad esempio fa montare la scatola nera sulla sua auto (peccato che i costi di installazione e funzionamento siano a carico del cliente). Altro cavallo di battaglia dell’Ania presente nel nuovo testo è il cosiddetto “risarcimento in forma specifica” (si fa riparare la macchina da un carrozziere scelto dall’assicurazione): questo – oltre a far diventare i 15 mila carrozzieri italiani dei terzisti delle compagnie – lascia all’assicurazione la scelta sulle modalità di riparazione. Tradotto: tra due soluzioni tecniche, il carrozziere convenzionato sceglierà sempre quella meno costosa per i suoi datori di lavoro. E c’è pure lo sconto se si accetta il divieto di cessione del diritto al risarcimento: quando cioè il carrozziere ripara la macchina e poi è lui a vedersela con la compagnia (anche qui il problema è la qualità tecnica delle riparazioni e la valutazione del costo del lavoro dell’artigiano). Un mercato inefficiente, che verrà lasciato com’è Dalla liberalizzazione di metà anni Novanta al 2012 i sinistri sono diminuiti del 40%, mentre i costi per l’utente – dice uno studio Adusbef – aumentavano del 245% (da 391 a 1.350 euro). Risultato: il 10% del parco auto circolante non ha l’assicurazione. Secondo la stessa Ania, l’indice dei sinistri è calato dal 15% di vent’anni fa al 6,3% del 2013. Com ’è possibile allora che le polizze siano sempre salite? Le truffe c’entra poco. Spiega l’Antitrust: “Il settore della Rc Auto in Italia è un mercato con debole tensione competitiva”, in cui “le inefficienze vengono trasferite sui premi, con le imprese più efficienti che preferiscono realizzare margini più elevati anziché competere”. E infatti, laddove in Francia una quarantina di compagnie si contendono i clienti, in Italia i primi tre gruppi – Unipol/Fon-sai, Allianz e Generali – si dividono oltre i 2/3 del mercato. Di questo, ovviamente, il ddl Concorrenza non si occupa.

Posted on 22 dicembre 2012*FURTI ED ESTORSIONI AGLI UTENTI ENEL IN ASSOCIAZIONE CON POSTE ITALIANE


FURTI ED ESTORSIONI AGLI UTENTI ENEL IN ASSOCIAZIONE CON POSTE ITALIANE

Se per mercato libero s’intende rubare, rapinare,truffare,estorcere denaro agli utenti “BEN VENGA” il mercato libero della societa’ statale italiana dell’energia elettrica !!ENEL!! Mercato libero: opportunità e qualità per tutti
Pubblicata il: 2012-12-14

La liberlizzazione del mercato dell’energia è una risorsa per la crescita del Paese. Il convegno promosso a Roma da Enel “Dall’energia ai servizi. Una sfida per le imprese, un’opportunità per i consumatori”
La competizione fa bene. Ha risvolti positivi sugli attori del mercato, genera nuovi posti di lavoro, incentiva il miglioramento del servizio e avvantaggia chi ne deve usufruire. Un giudizio ribadito alla tavola rotonda “Dall’energia ai servizi. Una sfida per le imprese, un’opportunità per i consumatori”, organizzata il 13 dicembre da Enel al Macro di Roma.
L’incontro ha dato l’occasione per fare il punto sullo stato di salute del mercato energetico nazionale e sui risultati della sua liberalizzazione che, ha affermato Gianfilippo Mancini, direttore della divisione Mercato di Enel, ha rappresentato “uno strumento per investire sulla qualità del servizio e sul progresso tecnologico”.
La strada intrapresa con l’apertura del mercato è comunque solo agli inizi e “i risultati sono ancora minimi rispetto alle potenzialità”, ha sottolineato Mancini per il quale oggi è necessario “continuare a lavorare in sinergia con autorità regolatorie e istituzioni, affinché il mercato possa rappresentare uno dei pilastri di crescita del Paese, affiancando inoltre all’attività di vendita della commodity quella di servizi e prodotti aggiuntivi, che consentiranno di risparmiare ed esportare sapere e lavoro”.
Secondo una stima citata durante il convegno, lo sviluppo di tecnologie di efficienza e risparmio energetico consentiranno, entro il 2020, una crescita del Pil di 8 miliardi di euro l’anno. Già oggi, ha aggiunto Simone Mori, Direttore Regolamentazione, “la liberalizzazione del mercato ha generato 3 miliardi di euro di benefici l’anno ed ha migliorato il livello del servizio percepito”.
Il processo resta comunque ancora lungo, ha ammonito Luigi Carbone dell’Autorità per l’Energia elettrica e il gas: “Ci attendono tre sfide: migliorare l’informazione al servizio del cliente; considerare le diverse tipologie di consumatori; far sì che la cura del cliente diventi leva competitiva”.
Sulla stessa linea di Carbone anche Giovanni Calabrò, dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha ribadito la necessità di tutelare maggiormente il consumatore. Per farlo, ha aggiunto il vicepresidente di Federconsumatori, Mauro Zanini occorre migliorare l’accesso all’informazione e sanzionare i comportamenti scorretti. E poi, ha concluso Chicco Testa, presidente Assoelettrica, bisogna intervenire sul sistema tariffario “figlio di una logica di scarsità che oggi non esiste più” e puntare sull’uso degli strumenti informatici, sulla scia di quanto avvenuto nel settore della telefonia.     ENEL FURTI ED ESTORSIONI AGLI UTENTI……,,,,,,,,,,,,,…..…——-Commenti
PER ATTIVARE LA LUCE TRAMITE ENEL, MI E’ ARRIVATA UNA BOLLETTA DI 85,79 EURO. NON SO SE HANNO INVIATO UN INGEGNERE PER QUESTA SEMPLICE OPERAZIONE. E’ VERAMENTE UN LADROCINIO O UNA TRUFFA, NON SO COME DEFINIRLA.
Scritto da: gabriella | 20/11/2012
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IL GIORNO 5 NOVEMBRE 2012 HO CHIAMATO IL NUMERO VERDE 800900800 PER CHIEDERE DI ATTIVARE LA LUCE IN UN APPARTAMENTO DI LOZZO ATESTINO (PD) – VIA VALLESELLA,17. L’OPERATORE MI HA INFORMATA CHE MI AVREBBE INVIATO IL CONTRATTO PER LA FORNITURA E CHE PRIMA DI ATTIVARE LA LUCE MI AVREBBE LASCIATO UN SMS SUL MIO CELLULARE. NON E’ SUCCESSO NIENTE DI TUTTO QUESTO, MA MI SONO VISTA ARRIVARE UNA BOLLETTA DI 85.79 EURO PER L’ATTIVAZIONE. NON HO PAROLE, NON SO SE HANNO INVIATO UN INGEGNERE PER QUESTA OPERAZIONE ED IO NON SONO STATA PER NIENTE AVVERTITA. MI SEMBRA UNA TRUFFA, DATA LA CIFRA. IO SONO UNA POVERA PENSIONATA.
Scritto da: gabriella | 20/11/2012
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NON SO SE E’ CORRETTO, MA L’ENEL PRIMA MI INVIA LA BOLLETTA DI 85,79 EURO PER L’ATTIVAZIONE E POI IL CONTRATTO. MA IO NON POSSO CHIEDERE VARI CONTRATTI E POI SCEGLIERE QUELLO PIU’ ECONOMICO? ORA CONTINUANO AD INVIARMI BOLLETTE PUR NON CONSUMANDO NEANCHE UN KW. DI CORRENTE. IN QUELLA CASA NON ABITA NESSUNO. COME DEVO CHIAMARLA QUESTA OPERAZIONE?
Scritto da: gabriella | 03/12/2012
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CHE DEVO FARE PER DISATTIVARE LA LUCE. HO CHIAMATO IL NUMERO VERDE, MA VENGO SOLO RAGGIRATA E INTANTO LE BOLLETTE CONTINUANO AD ARRIVARE. MA SE IO VOLESSI AFFITTARE QUELLA CASA?
Scritto da: gabriella | 03/12/2012
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—-Devi andare dai carabinieri e denunciare tutto— rosario maringola 53°reggimento fanteria d’arresto umbria divisione folgore servizio riservato 22/12/2012
Scritto da: rosario maringola | 22/12/2012243641_331631280251524_952925642_o.jpg              299699_184336364980574_1638844666_n.jpg

4 PENSIERI SU “FURTI ED ESTORSIONI AGLI UTENTI ENEL IN ASSOCIAZIONE CON POSTE ITALIANE

  1. Gabriella ti ringrazio per questi tuoi commenti quando vuoi vieni a scrivere sul mio blog,la porta e’ sempre aperta.E’ UNA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE INSERITA NELL’ENEL,POSTE,BANCHE,SOCIETA’ TELEFONICHE,GAS,AGENZIA DELL’ENTRATE,ASSICURZIONI,ECC…I GOVERNI DI DX E SX CHE SI SONO SUCCEDUTI IN QUESTI ANNI E SOPRATUTTO LA MAGISTRATURA ITALIANA IGNORANO LA GRAVITA’DEI FATTI E IGNORANO LE DENUNCE ANCHE SE CONSEGNATE DAI CARABINIERI GUARDIA DI FINANZA E POLIZIA *CIAO GRAZIE
  2. MA LEI SBAGLIA, POSTE ITALIANE NON C’ENTRA NULLA. E’ L’ENEL CHE SI SENTE ONNIPOTENTE. IL GUAIO E’ CHE PUR ESSENDOCI IL MERCATO LIBERO, PRIMA DOBBIAMO CHIAMARE L’ENEL E POI SE VOGLIAMO CAMBIARE FORNITORE DOBBIAMO PAGARE UNA SECONDA ATTIVAZIONE. CONVIENE? NO! E’ L’ENEL CHE VENDE L’ENERGIA AGLI ALTRI. SE POI CADIAMO IN ENEL ENERGIA, PEGGIO CHE ANDAR DI NOTTE. ARRIVANO ALLE FAMIGLIE BOLLETTE FAVOLOSE, COME 2000 EURO, COME FA UN PENSIONATO PAGARE TUTTI QUESTI SOLDI PER ENERGIA NON CONSUMATA. SONO ERRORI DA PARTE LORO, FATTI MAGARI DI PROPOSITO. INTANTO PAGHI E POI SI VEDRA’. ALTRIMENTI TOLGONO LA LUCE.
  3. PURTROPPO NON C’E’ NULLA DA FARE. PER AVERE L’ATTIVAZIONE DELLA LUCE BISOGNA PASSARE DA ENEL. C’E’ IL MERCATO LIBERO. ESISTONO ALTRI FORNITORI, MA PRIMA BISOGNA PASSARE DA ENEL E POI SE SI VUOL CAMBIARE SI DEVE PAGARE UN ALTRA ATTIVAZIONE. NON CI SONO ALTERNATIVE. ADDIRITTURA LE MIE BOLLETTE DI ENEL NON PORTANO L’INDIRIZZO DELLA MIA CASA, MA RIPORTANO VIA ATESTINA, 17. NON CAPISCO IN CHE INTRALLAZZO SONO CADUTA. IN VIA ATESTINA, 17 C’E’ UNA VILLETTA CHE NON MI APPARTIENE.

Thursday, January 29, 2015

Pietro Mondì ha scritto un nuovo commento in risposta al tuo post http://maringolarosario.myblog.it/…/istituzioni-italiane.ht… nel tuo blog MARINGOLA ROSARIO:

Foto del diario




Ciao maringola-ros
Pietro Mondì ha scritto un nuovo commento in risposta al tuo post http://maringolarosario.myblog.it/…/istituzioni-italiane.ht… nel tuo blog MARINGOLA ROSARIO:
"Io, non credo iù nei carabinieri, nella polizia, nella guardia di finanza ed ancormeno, credo nella magistratura italiana. Personalmente, ritengo che queste Istituzioni, che in una Repubblica Democratica, dovrebero tutelare il cittadino, chiunque esso sia, indipendentemente dalla sua posizione sociale, non lo facciano in molti, troi casi. Le Forze dell'Ordine e la Magistratura difendono i ceti e le persone socialmente forti, del resto, c'è pure un detto latino che recita:"De minimis non tratta Pretor". Il De minimis",nell'odiena amministrazione pubblica italiana, non è il fatto minimo, quasi irrilevante, è il cittadino comune. Se qualcuno potesse pensare a unamia visione personale dei fatti, ricordo i vari delitti non risolti, tutt'altro che di rilevanza minima: Yaria Gambirasio; Simonetta Cesaroni; il delitto di Luca Orioli ed Maria Rosa Andreotta; il delitto dei coniugi Santarsiero; il delitto di Serena Molliconi; il delitto Meredith a Perugia; la scomparsa di moltissime persone dove aleggia l'ombra del delitto; il delitto De Mare; il delitto Mitidieri; la scomparsa della piccola Celentano sul monte Faito, in Campania; il delitto del Giornalista Beppe Alfano; il caso Denise Pipitone L'elenco è lunghissimo!
Indagini superficiali, come nel caso Orioli - Andreotta? Depistaggi, come anche nel caso Orioli - Andreotta ed in molti altri cai?
colpevoli, poi assolti, come nel caso Cesaroni, Meredith, Molliconi e tanti altri.
Cosa significa questo?
La Procura ha incriminato degli innocenti, rovesciando il precetto giuridico: "in dubbio pro reo"; le indagini preliminari, forse eseguite superficialmente, non hanno portato alla costruzione di un valido castello accusatorio e nel frattempo, qualcuno ha patito il carcere, si è visto infangare la propria reputazione, potrebbe avere subito, anzi spesso ha subito, grossi stress mentali, che in molti casi si sviluperanno come malattie mentali o comunque disturbi psichiatrici, se non addirittura fisici (Enzo Tortora, docet!) e sopratutto, c'è un colpevole in giro, che se la gode. Concludo con le stragi di Stato: Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Treno Italicus", Stazione di Bologna. Nessun colpevole, anzi la vergogna di condannare i parenti alle spese giudiziarie. Qui non basta nemmeno la Responsabilità civile per colpa dei magistrati, sancita da un Referendum Popolare e mai applicata; qui ci vuole la responsabilità penale per colpa, per magistrati e forze dell'ordine. Il famoso poliziotto panzone, che sa armarsi soltanto dell'arroganza, che secondo lui, l'indossare una divisa gli comporta, non è un'invenzione dell'ex Ministro Brunetta, soltanto che non si deve mai generalizzare e sparare nel mucchio, la mela marcia va cercata e senza pietà separata dalle altre, che in questo caso vuole dire una cosa soltanto: licenziato. Il discorso diventa troppo lungo, se si parla della violenza delle forze dell'ordine , due soltanto, dei troppi fatti accaduti: caso Aldovrandi, caso Cucchi e molti altri. Sarebbe questa Signor Ministro degli Interni e signor Giorgio Napolitano, la "Polizia al servizio del cittadino"?"
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ISTITUZIONI ITALIANE………….


ISTITUZIONI ITALIANE………….

Chi è??  E’ SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI IL GENERALE COMANDANTE DELL’ ARMA DEI CARABINIERI ITALIANI i CALLITELLI E’ SOLO PREPOSTO A RILASCIARE INTERVISTE, FARSI VEDERE IN TELEVISIONE IN GRANDE UNIFORME A FIANCO DEL PLURIDENUNCIATO GIORGIO NAPOLITANO ECC..NON IMPORTA CHE MOLTI CARABINIERI SOTTOPOSTI COMMETTONO GRAVI REATI ECC.. IN PAROLE POVERE L’ITALIA E’ STATA SFASCIATA DI TUTTE LE ISTITUZIONI.QUESTO VALE ANCHE PER IL CAPO DELLA POLIZIA ITALIANA MANGANELLI, PER LA DIA” DIREZIONE ANTIMAFIA,PER LA GUARDIA DI FINANZA,PER IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA,PER LE PREFETTURE,PER LE REGIONI,PER LE PROVINCE,PER I COMUNI,PER LE ASL,PER GLI OSPEDALI,PER FINO NON SI SA’ CHI RISPONDE DAI VARI MINISTERI ITALIANI,SI ASSISTE DA MATTINA A NOTTE FONDA A VARIE SCENEGGIATE TRASMESSE DALL’EMITTENTE TELEVISIVA DI STATO ITALIANA RAI; GLI ATTORI PROTAGONISTI SONO PRESUNTI POLITICI E PROBABILI GIORNALISTI.AD ESEMPIO IL TG 1 RAI IERI HA TRASMESSO UN SERVIZIO DALLA SPAGNA,DOVE IL PRESUNTO VICE PRESIDENTE DEL DICIAMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA ITALIANA DOTT.VIETTI DISCUTEVA CON GIUDICI SPAGNOLI I VARI MIGLIORAMENTI DA APPORTARE AL SISTEMA GIUDIZIARIO ITALIANO.IN SERATA SI E’ ESIBITO IL SIG.VESPA CON I SOLITI PERSONAGGI OSPITI DEL SALOTTINO DI RAI 1,LA BINDI ,IL SIG.LUPO,QUEL GIORNALISTA DEL CORRIERE DELLA SERA ONNIPRESENTE,L’ALTRO CHE DAI I NUMERI ECC…NATURALMENTE LA VERGOGNA GLI STATA CANCELLTA IN QUESTE CLINICHE CHE FREQUENTANO PER LE LORO MIGLIORIE FISICHE,PASSA OGGI ED E’ GIA’ DOMANI.NON IMPORTA SE LE BANCHE,LE POSTE ITALIANE RUBANO SOLDI AI CLIENTI,NON IMPORTA SE L’ENEL FA’ ESTORSIONI AGLI UTENTI, LO STESSO I VARI GESTORI DISTRIBUTORI DI GAS AD USO DOMESTICO,NON IMPORTA SE LE ASSICURAZIONI INCASSANO I PREMI R.C.AUTO E NON RISARCISCONO GLI AUTOMOBILISTI DANNEGGIATI, A TAL PROPOSITO IL SIG.MONTI IN DATA 22/12 2011 FECE UN DECRETO A FAVORE DI UN SENSIBILE AUMENTO SUI PREMI ASSICURATIVI NON SI CAPISCE CON QUALE CRITERIO,NON IMPORTA SE LE AGENZIE ABILITATE ALLA RISCOSSIONE DEI TRIBUTI PRETENDONO DENARO ILLEGALMENTE DAI CITTADINI,NON IMPORTA SE INTERE BANDE DI DELINQUENTI VANNO AD AGGREDIRE NELLE CASE INTERE FAMIGLIE,NON IMPORTA SE PERSONE UCCISE,I TRIBUNALI NASCONDONO LE DENUNCE ECC.. POTREI CONTINUARE FINO ALLA PARTITA DI DOMANI ITALIA SPAGNA.rosario maringola 53° reggimento fanteria d’arresto Umbria divisione folgore servizio riservato.
13 minuti fa ·  · 1
Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri (art.32 D.Lgs. 15 marzo 2010 n. 66 – Codice dell’Ordinamento Militare):
  • è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Difesa, sentito il Capo di Stato Maggiore della Difesa;
  • dipende dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, limitatamente ai compiti militari dell’Arma dei Carabinieri;
  • ha rango gerarchico sovraordinato nei riguardi di tutti i generali di corpo d’armata dell’Arma dei Carabinieri;
  • fa parte come membro ordinario con diritto di voto del Consiglio superiore delle Forze Armate, nonché del Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica e del Consiglio generale per la lotta alla criminalità organizzata.
Le sue attribuzioni in campo operativo, addestrativo e tecnico logistico sono disciplinate dall’art.164 del citato D.Lgs 66/2010, mentre quelle in materia di reclutamento, stato, avanzamento e impiego dall’art.165; quelle in campo finanziario e amministrativo dall’art.166 e quelle in campo internazionale dall’art.167.

Attualmente in carica
Generale di Corpo d'Armata Leonardo GallitelliIl Generale di Corpo d’Armata Leonardo GALLITELLI, nato a Taranto il 9 giugno 1948, ha intrapreso la carriera militare il 22 ottobre 1967, frequentando i corsi dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola di Applicazione Carabinieri in Roma.
Da Tenente e Capitano ha maturato vaste e significative esperienze di Comando, quale Comandante delle Compagnie di Viggiano, Aosta e Genova Portoria, oltre che al Nucleo Investigativo di Torino con rilevanti impegni per il contrasto al terrorismo e ai sequestri di persona.
Laureato in Giurisprudenza, ha superato con successo i corsi di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra, che abilitano all’esercizio delle più alte funzioni dirigenziali.
Dopo una significativa esperienza nello Stato Maggiore del Comando Generale, da Ufficiale Superiore è stato chiamato ad assolvere compiti di primario rilievo, avendo retto, in successione, il Comando Provinciale di Torino, l’Ufficio Operazioni del Comando Generale dell’Arma e, dopo aver conseguito il grado di Colonnello, il Comando Provinciale di Roma per ben cinque anni.
Ha ricoperto l’incarico di Capo del II Reparto del Comando Generale, incarico di vertice e di massima responsabilità della struttura operativa dell’Arma, cui sono devoluti, fra l’altro, il coordinamento e la direzione dell’attività svolta dall’Arma nel contrasto a tutte le manifestazioni delinquenziali che interessano il Paese, anche nei loro risvolti ultranazionali.
Dal 2000 al 2002 è stato Sottocapo di Stato Maggiore del Comando Generale e, successivamente, Comandante della Scuola Ufficiali dell’Arma.
Dal 7 ottobre 2003 al 4 settembre 2006 è stato Comandante della Regione Carabinieri Campania.
Dal 5 settembre 2006 al 22 luglio 2009 è stato Capo di Stato Maggiore del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.
Dal 23 luglio 2009 è Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.
E’ coniugato e ha due figli.