Pisacane Oscar, Avvocato
*UN AFFETTUOSO RICORDO ALL'AMICO BIAGIO*QUANDO CONOBBI NELLA QUESTURA DI NAPOLI IL DOTT.GILIBERTO BIAGIO ERA COMMISSARIO DELL'ANTISCIPPO******
REGGIO CALABRIA. Si è spento il prefetto Biagio Gilberti già questore della Provincia reggina
REGGIO CALABRIA. Sabato scorso si è spento a Napoli il prefetto Biagio Giliberti, 70 anni, questore della Provincia reggina dal 18 giugno 2002 al 27 luglio 2003. Laureato in Giurisprudenza e abilitato alla professione di avvocato, Biagio Giliberti aveva firmato alcune delle grandi indagini degli anni ’90. Giunto in riva allo Stretto con un curriculum di tutto rispetto (è stato tra i protagonisti della liberazione dell’assessore campano Ciro Cirillo rapito delle Brigate Rosse), dispose, tra l’altro, il potenziamento e la riorganizzazione della Squadra volante. E’ stato anche questore di Potenza, Trieste, Pescara, Catanzaro e Catania e Commissario alla Provincia di Caserta e da dirigente generale di PS, direttore interregionale della Polizia di Stato in Sicilia e Friuli Venezia Giulia. Negli ultimi anni ha ricoperto il ruolo di amministratore unico della Sis ‘Social Innovation Service’ e dell’Asub ‘Advanced services utiliy bulding’, società partecipate della partecipata della Provincia di Napoli. Ai familiari del Prefetto, le più sentite condoglianze di ReggioPress.
Benvenuto nella pagina di Pisacane Oscar, Avvocato , lo studio di Oscar Pisacane si trova aNapoli all'indirizzo Via Cimarosa 32.
Se stavi cercando il numero di telefono di Oscar Pisacane puoi chiamare al 0815786702. Se ci dovessero essere dei problemi puoi segnalarcelo con il form presente su professionistinapoli.it.
Se stavi cercando il numero di telefono di Oscar Pisacane puoi chiamare al 0815786702. Se ci dovessero essere dei problemi puoi segnalarcelo con il form presente su professionistinapoli.it.
Dove Siamo - La Sede
Pisacane Oscar, Avvocato
Via Cimarosa 32
80129 Napoli (NA)
Via Cimarosa 32
80129 Napoli (NA)
Altri in zona vicino Oscar Pisacane
Avvocato Eva Del Bo Via Cimarosa 32 - Napoli | 0 km | Vai alla scheda |
Avvocato Ernesto Di Vaio Via Cimarosa 32 - Napoli | 0 km | Vai alla scheda |
Avvocato Roberto Scopece Via Cimarosa 32 - Napoli | 0 km | Vai alla scheda |
Avvocato Mariacarolina Soria Via D.cimarosa, 32 - Napoli | 0 km | Vai alla scheda |
Avvocato Vincenzo Trunfio Via Cimarosa 37 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Maja Bova Via Cimarosa 37 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Igino Gisotti Via Kerbaker 14 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Renato Marinelli Via Kerbaker 14 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Dario Ettari Via Cimarosa 50 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Renato Cirillo Via Cimarosa 50 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Gian Luca Romagnano Via Cimarosa 50 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Rita Tredicine Via Cimarosa 50 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Viviana Sandias Via Cimarosa 50 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Massimiliano Petraroli Via Cimarosa 50 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Vincenzo Benassai Via Renato Lordi 3 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Giuliana Daniele Via R.lordi 6 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Luigi Noto Galleria Vanvitelli 23 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Maria Pia De Libero Galleria Vanvitelli23 - Napoli | 0,1 km | Vai alla scheda |
Avvocato Gaia Murolo Via Domenico Cimarosa, 23 - NapoliA Napoli un «mercato della sentenza». E i giudici tributari erano «consulenti a nero»
di Francesco Prisco19 marzo 2012
Il gip del Tribunale di Napoli Alberto Capuano utilizza un'espressione molto forte: «mercato della sentenza». Ma a scorrere l'una dopo l'altra le oltre 1.200 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare che quest'oggi ha raggiunto sessanta persone, tra cui i vertici del gruppo imprenditoriale Ragosta, esponenti del clan camorristico Fabbrocino e addirittura 16 giudici tributari, tanto clamore può apparire assolutamente legittimo.
Ne esce fuori un mondo alla rovescia in cui i giudici tributari, quando mettono via la toga, esercitano attività di consulenza fiscale per privati. E - neanche a dirlo - tutto rigorosamente «a nero». E così si alimenta «un perverso intreccio» di favori reciproci «con danni incalcolabili per l'Erario». Tant'è che agli indagati coinvolti nell'inchiesta viene contestato il reato di associazione per delinquere.
Professionisti sotto inchiesta. Tra i professionisti coinvolti, le posizioni di maggiore rilevanza penale sono quelle di Anna Maria D'Ambrosio, Vincenzo Esposito e Massimo Massaccesi, tutti finiti in carcere. Ai domiciliari, invece, si trovano ora Angelo Delle Cave, Pasquale Riccio, Francesco Rippa, Corrado Rossi, Paolo Rossi, Francesco Sapignoli, Eligio Leonardo Scinto, Graziano Serpico, Lucio Stabile, Roberto Trivellini, Umberto Vignati, Raffaele D'Avino e Aldo Del Vecchio. E si tratta di professionisti incensurati e insospettabili.
Tutti gli uomini di Ragosta. L'indagine della procura di Napoli ha accertato che Felice Ragosta, il patron della famiglia di imprenditori al centro dell'inchiesta, aveva come consulente fiscale la stessa Anna Maria D'Ambrosio, commercialista e giudice tributario, la quale avrebbe sfruttato le proprie «entrature» per favorire il suo cliente. Un sistema, quello descritto dai magistrati, «perfettamente rodato e collaudato»: scambio di favori, aggiustamenti di sentenze alcune delle quali redatte dal consulente della parte privata.
Secondo gli inquirenti, tra coloro che scrivevano le sentenze, poi firmate dai giudici, vi era anche l'avvocato Enrico Potito, titolare della cattedra di Diritto tributario alla Federico II di Napoli, anch'egli finito agli arresti. Nell'inchiesta risultano coinvolti anche esponenti dell'Ufficio del garante del contribuente per la Campania, nato appunto per garantire un rapporto trasparente tra fisco e contribuente, che avrebbero invece agito per favorire gli evasori fiscali.
Una maxi-evasione da 146 milioni. L'indagine ha preso il via dal ricorso effettuato dal gruppo Ragosta contro la contestazione, avvenuta dopo una serie di controlli fiscali, di una maxi-evasione da 146 milioni. Le intercettazioni predisposte dalla magistratura partenopea hanno mostrato che almeno trenta sentenze, emesse non solo a favore dei Ragosta, risulterebbero sospette. Secondo il procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico che regge la procura di Napoli, il «sistema sarebbe molto più ampio, siamo appena all'inizio del lavoro investigativo».
Questi «girano armati». Quanto all'intreccio tra clan e imprenditori, a indicare il fronte investigativo le rivelazioni di alcuni pentiti ma anche una clamorosa intercettazione telefonica risalente al 2004, quando un consulente dell'Arpac, l'agenzia regionale di protezione ambientale in Campania, cercava locali per uffici e si rivolse alla società immobiliare dei Ragosta. «A Caserta – disse sfogandosi al telefono – c'è un casino perché si sono messi d'accordo con quelli della Immobilgest, camminano con le pistole, proprio io ho visto Ragosta armato».
Certe dinamiche dovevano essere evidenti: «La diffusa convinzione, la percezione, da parte dei soggetti che entravano in rapporti con loro, di avere a che fare con una importante componente della camorra campana. Evidenti le ricadute in tema di capacità di intimidazione, assoggettamento, omertà, che derivano da questa considerazione», scrive adesso sempre il gip Capuano. Che a partire da quella famosa telefonata di sette anni fa si è trovato a scoperchiare un complicato intrigo di imprese, clan e consulenze tributarie
|
No comments:
Post a Comment