Sunday, September 6, 2015

SEGRETI ???????

Prima che l’azione energica della Presidentessa della Camera, Laura Boldrini, con l'”operazione trasparenza”, metta la parola fine alla stagione, interminabile, dei mille e mille segreti italiani, provo a dare, uno a diecimila (se basta!), il mio contributo alla ricerca della necessaria Verità. Verità amica della democrazia e della convivenza civile. In attesa della “desecretazione” promessa, di sapere chi  uccise e perché fu uccisa Ilaria Alpi, torno su un argomento che mi sta a cuore.
Come ho più volte scritto, non passa giorno che qualcuno digiti nel web legittime richieste tipo: “quanto si guadagna nei servizi segreti? come si entra nei servizi segreti?“. Questi quesiti arrivano, via telematica, anche a Leo Rugens, con “candore” e carichi, si capisce, di oneste aspettative. “Quanto si guadagna nei servizi segreti?“: troppo, rispondo io. Soprattutto se si esaminano i risultati di cui la “Collettività” usufruisce. Ho scritto “collettività” e non “qualcuno”. Lì, è un altro discorso. Anzi, per essere più precisi, si è guadagnato (in passato) troppo e per troppo tempo. Soprattutto, si è guadagnato, raggruppamento per raggruppamento, centro per centro, ufficio per ufficio e, all’interno delle stesse divisioni, in modo sperequato, in una “visione” delle politiche retributive che, come nel resto del Paese, non ha mai (se non per rarissime eccezioni), fatto riferimento alla “meritocrazia” come regola portante della motivazione del personale.
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Partiamo dal vertice. Non tutti i direttori del “Servizio”, negli anni, si sono meritati gli stipendi. Stipendi “da sogno”, per cominciare a dare delle risposte ai “candidi” cittadini in cerca di un onesto reddito. Proviamo ad indicarvi dei parametri. In questi giorni sentite ovunque snocciolare cifre che lasciano attoniti sugli appannaggi, ad esempio, del Quirinale. Bene, un Direttore (italiano) di “Agenzia” (sono più di una), guadagna il “doppio” del Presidente della Repubblica (Giorgio Napolitano) che, a sua volta, “costa” e “guadagna”, più del Presidente degli Stati Uniti d’America e della Regina Elisabetta! Se aspirate a divenire analisti di intelligence, coraggiosi operativi “alla 007” o, meglio, Direttori dei Servizi, armatevi di carta e penna e avrete le prime risposte. Fate un po’ di conti, partendo dalle fonti aperte di cui vi ho fatto cenno. Se non sapete trovare, da soli, quanto guadagna Barak Obama e se non sapete seguire i parametri moltiplicativi che vi ho sopra indicato, passando per il Quirinale con i suoi costi e arrivare così alla stupefacente cifra che guadagna il Direttore dell’Aisi o dell’Aise, non potrete mai fare questo lavoro anche se vi raccomandasse Giulio Andreotti dall’aldilà o, meglio, il pluricondannato Luigi Bisignani ancora in vita. Citiamo altre fonti aperte, mai smentite, per farvi desistere, in questa fase storica drammatica per la Repubblica, da ingenue e vane ricerche di un posto, a qualunque costo. “Ricordo che nell’estate 2009 (non un secolo addietro) mi chiamò un paio di volte il generale Adriano Santini (da non confondere con il generale dei CC, Roberto Santini di cui altre volte vi ho parlato, ndr) ma io non risposi. Dopo l’estate incontrai l’onorevole Italo Bocchino (minchia!) che mi chiese di incontrare il Santini. (Aiuto, che paese è, un paese dove, una “mezza sega” come “Bocchino” viene sollecitato perché un generale quale dovrebbe essere stato Adriano Santini incontri un pregiudicato che fa il “difficile”?). Lo vidi a colazione e parlammo in modo cordiale delle possibilità di sviluppo della sua carriera; in quel contesto lui mi chiese “una mano” per la sua carriera e mi chiese di parlare bene di lui con Letta“. Letta Gianni non, Enrico. Il Letta Gianni era, nell’era berlusconiana, plenipotenziario (sottosegretario con delega) in materia di intelligence e, tanto per parlare di requisiti e meriti, come è ovvio, non sapeva e non sa parlare l’inglese. Ma che serve saper parlare l’inglese quando si vuole e si deve operare a contatto con israeliani, inglesi, russi, americani? Basta essere fluenti in arabo o swahili. “Pezzi forti” del colto “profumiere” cattolicissimo, Gianni Letta.
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Torniamo a come si fa a “entrare” e poi “far carriera”, guadagnando un sacco di soldi, nei “servizi”. Non è un mistero che Letta (Gianni) e Bisignani siano legati da una antichissima e solida amicizia. Se il Direttore dell’Aise, Generale Adriano Santini si rivolgeva a Luigi Bisignani per essere valorizzato, come può un fedele e qualificato servitore dello Stato quale è stato Luigi Stagno pretendere che la meritocrazia faccia “livella” nei Servizi? Solo perché si chiama Luigi, come Luigi Bisignani? Ma qui si pretende l’impossibile: si chiede di essere apprezzati, nella P.A., senza essersi rivolti, opportunamente presentati da un “Bocchino” di turno, a sua Altezza Imperiale, il sussurratore Luigi Bisignani!
Quello che segue è lo stralcio di un colloquio, realmente accaduto, appunto tra il funzionario dell’Aise Luigi Stagno e il cultore della materia “intelligence”, Piero Messina. Colloquio e affermazioni mai smentite, dopo che sono state rese pubbliche, in nessuna sede formale, o contestate dai “superiori” allo Stagno stesso: “Devi avere presente il quadro di insieme, perché tutto quello che accade (di negativo, dice Leo Rugens) all’interno del nostro mondo non è mai casuale. I licenziamenti, le assunzioni per chiamata diretta, ma anche e, soprattutto, le promozioni e i “soldi”. Tutto si tiene insieme“. Nell’impiccio e nell’imbroglio, aggiungo io. Perché, disoccupati e curiosi frequentatori del web, questo giusto approccio metodologico e concettuale (“tutto si tiene insieme“), da troppi anni, non è, mai, messo in atto, nelle necessarie analisi, per ottemperare ai compiti di servizio. Nei “servizi”, sono tutti geniali perché “nulla sfugga”, quando si tratta di individuare e analizzare i chi, i come, i dove, i quando, i perché funzionali a farsi i “cazzi propri” e “carriera”. Quindi, curiosi e ambiziosi lettori, voi volete entrare a far parte, per “concorso”, come la legge ormai vi consente, di un organismo dove dice, sempre Luigi Stagno “… è la politica a scegliere gli uomini che devono far parte di questo mondo, ed è la politica che decide quali siano le priorità operative (avete letto bene, ingenui ed entusiasti candidati), quel che dobbiamo fare e le materie che non si devono trattare“. La politica non mi sembra goda di una buona salute di questi tempi e, vista l’aria che tira, se fossi in voi, aspetterei gli effetti, anche e soprattutto in questo settore strategico dello Stato, dell’imminente “grande cambiamento“. Avete letto bene: prima del “grande (imminente) cambiamento”, io sconsiglio, anche se foste super raccomandati (da un politico!), di accedere ai “servizi”. Provate a riflettere, oltre che sul solito stereotipo del “Titanic” e la classe dirigente politica italiana che continua a ballare, su questo ulteriore modesto contributo di vita vissuta: “Questo è il mio curriculum – dice Giuseppe Cassetti, funzionario della DIGOS – e nessuno potrebbe contestarmi una sola virgola“. Da Palermo a Potenza, da Napoli a Bari, Cassetti ha lavorato su tutti i temi dell’emergenze nazionali: mafia, eversione interna ed internazionale. Pieno di encomi e ottime valutazioni dei superiori. “Per tre volte ho fatto richiesta di entrare prima al Sisde e ora all’Aisi ma sono sempre stato scavalcato da qualcun altro. Mi è stato detto chiaramente che il mio curriculum è perfetto. Ma che qualcuno (politico) dovrebbe perorare la mia causa“. Mai smentito, anche Cassetti. Per ora, fermiamoci qui. È in questo “ambiente”, dove la “meritocrazia”, teorizzata da Roger Abravanel, non è tenuta in nessuna considerazione che volete “buttarvi”, cercando soddisfazioni e legittimo denaro? È l’ora, viceversa, della massima prudenza, prima di trovarsi, paradossalmente, senza colpe, dalla “parte sbagliata“.

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