LE FOTO ALLA CASA BIANCA
Ieri Renzi era stato alla Georgetown University e lì aveva detto che «sulle riforme indietro non si torna», non senza toccare temi come la crisi in Libia, dicendo che «la comunità internazionale deve forzare i suoi abitanti a fare la pace, per poi contrastare con efficacia il terrorismo». E come l’Armenia, su cui ha difeso le parole di papa Francesco riguardo il genocidio, e sollecitato la Turchia a fare una scelta: «Io sono favorevole alla sua integrazione in Europa, ma ora la decisione deve prenderla il governo di Ankara, accettando di condividere i nostri valori».
La metafora che aveva in mente il presidente del Consiglio era quella di «un’Italia come la “Bella addormentata”», potenzialmente capace di grandi cose, nel campo economico come in quello culturale, ma purtroppo mentalmente ferma sul passato. Con questa idea è andato ad incontrare studenti e professori della prestigiosa università gesuita, dove hanno studiato anche futuri presidenti come Bill Clinton, sottolineando l’importanza della cultura: «I terroristi vogliono farci vivere nell’oscurantismo. Se vogliamo batterli con la cultura, l’Italia ha un ruolo fondamentale da svolgere».
Si è rivolto al pubblico della Georgetown University per sottolineare questi punti: le grandi potenzialità ancora non sfruttate a pieno dall’Italia, la necessità di portare avanti le riforme strutturali per sbloccarla, e l’obbligo di guardare al futuro con più ottimismo e volontà di cambiare. «Il futuro - ha detto il premier citando il teologo cattolico Teilhard de Chardin - non smette mai di accadere». E poi ha aggiunto: «L’Italia ha un grande passato, ma il nostro futuro sarà ancora migliore. Io sono convinto che se faremo le riforme, diventeremo i leader dell’Europa per i prossimi vent’anni, perché abbiamo enormi potenzialità non sfruttate».
Renzi ha detto che l’Europa deve dire «basta all’austerità e puntare sulla crescita». Su questo tema la convergenza è forte da tempo con Washington, che in varie occasioni ha sollecitato la Germania a superare la fase del rigore. Le misure prese dalla Bce con il suo “quantitative easing” vanno nella direzione giusta, secondo il governo Usa, e bisogna proseguire in questo senso. «Perché - si è chiesto Renzi - dopo la crisi gli Usa hanno puntato sulla crescita, e invece l’Europa ha perso questa opportunità?».
Più problematici invece i temi di politica internazionale, come il rapporto con la Russia e il contrasto dell’Isis in Libia, che saranno sul tavolo del vertice di oggi con Obama. Washington è rimasta perplessa per la recente visita di Renzi a Mosca, e Obama gli chiederà fermezza sulle sanzioni adottate per fermare le violenze in Ucraina. Sulla Libia il premier ha ribadito la necessità di trovare un accordo politico attraverso la mediazione dell’inviato dell’Onu Bernardino Leon, ma ha espresso anche il timore che questa intesa stia diventando sempre più difficile, costringendo i paesi occidentali a concentrarsi sulle misure anti terrorismo: «Nel Mediterraneo muoiono troppi esseri umani. Dobbiamo fermare il traffico, e le sue connessioni con il terrorismo».
Renzi però vorrebbe soprattutto che l’Italia si risvegliasse, accelerando le riforme istituzionali che servono proprio a rilanciare l’economia e in generale il paese, «a partire da quella del sistema fiscale». Perciò ha sentito la necessità di promettere al pubblico di Georgetown, ma allo stesso tempo all’America, che su questo terreno non farà passi indietro. Quindi si è rivolto ai giovani che sono andati all’estero: «Non dico che c’è la fuga dei cervelli, anche perché un termine che non mi piace. Se volete restare fuori, buona fortuna. Se però decidete di tornare, vi garantisco che non troverete più un’Italia impegnata solo a fare gli interessi dei soliti noti. Su questo magari perderò le prossime elezioni, ma non perderò la faccia con voi».
Dopo l’intervento a Georgetown, Renzi è stato ospite di una cena organizzata dall’ambasciatore italiano Bisogniero, in cui ha potuto prendere contatto anche con membri della campagna presidenziale di Hillary Clinton.
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