Di Alessandro Sallusti********************************************************************************Chi vuole arrestare Berlusconi*
Allarme sull'assalto delle toghe rosse: "Se accade, fate la «Se mi arrestano, fate la rivoluzione». Sono parole di Silvio Berlusconi, pronunciate ieri dal palco della convention degli amministratori di Forza Italia.rivoluzione"************************************************************************Una battuta, un timore o un sospetto? Berlusconi è uomo che ama scherzare su quasi tutto ma non sulle libertà (non solo la sua), per cui escluderei la prima ipotesi. Evidentemente in qualche procura, direi nelle solite procure, qualcuno non ha perso la speranza di realizzare il sogno che insegue da oltre vent'anni: togliere fisicamente di mezzo il leader del centrodestra. Non importa come, tutto è lecito, pure l'illecito.
Allarme sull'assalto delle toghe rosse: "Se accade, fate la «Se mi arrestano, fate la rivoluzione». Sono parole di Silvio Berlusconi, pronunciate ieri dal palco della convention degli amministratori di Forza Italia.rivoluzione"************************************************************************Una battuta, un timore o un sospetto? Berlusconi è uomo che ama scherzare su quasi tutto ma non sulle libertà (non solo la sua), per cui escluderei la prima ipotesi. Evidentemente in qualche procura, direi nelle solite procure, qualcuno non ha perso la speranza di realizzare il sogno che insegue da oltre vent'anni: togliere fisicamente di mezzo il leader del centrodestra. Non importa come, tutto è lecito, pure l'illecito.
Del resto neppure il più ottimista dei berlusconiani solo tre anni fa, nel pieno dell'offensiva giudiziaria (prima condanna definitiva e caso Ruby) poteva immaginare che nell'estate del 2015 Berlusconi fosse ancora in grado di fare da collante a uno schieramento politico alternativo, e potenzialmente vincente, alla sinistra. Digerite le scissioni (suicide per chi le ha innescate), gestiti malumori e sbandamenti di prime e seconde file, superato lo choc del ciclone Renzi, tra i moderati sta tornando dopo tanto tempo una visione politica forte e, cosa che non guasta, l'ottimismo. Nell'offerta politica sta per arrivare qualche cosa di nuovo, e a noi poco importa se questo manterrà il nome di Forza Italia o si chiamerà pizza e fichi, quante facce nuove e quante note saranno chiamate a farne parte: è un dibattito che appassiona, e spaventa, gli addetti ai lavori, non i cittadini che invece guardano alla sostanza più che alla forma.
Berlusconi, è vero, sta guardando anche oltre il perimetro in senso stretto e convenzionale del suo partito, il che non significa che abbia smesso di guardarci dentro. E la novità è che da fuori il recinto c'è chi sta girando intorno per capire, curiosare, compresi quegli elettori che da anni si astengono dal voto. Un nuovo centrodestra oggi si può fare, e non è certo quello abortito da Angelino Alfano, figlio non di accordi e progetti ma di tradimenti (per non parlare del movimento di Fitto).
Renzi e il suo governo hanno esaurito spinta e benzina ben prima del previsto. Per altri motivi il premier mai eletto potrà anche rimanere ancora in sella, ma la sua macchina da guerra ha imboccato un binario morto. Per questo probabilmente qualcuno sta pensando di arrestare Berlusconi. Cioè arrestare l'alternativa a un governo tutto tasse, ventriloquo della Merkel. Gli italiani non hanno mai fatto rivoluzioni, un po' per convenienza e un po' per codardia. Al massimo si sono accodati a quelle di altri. Ma questa volta, Dio non voglia che accada, potrebbe valerne la pena.**************************************** *Sig.Sallusti,non si capisce perche' Berlusconi non dovrebbe essere arrestato,lei ricordera' l'arresto ripetuto per Callisto Tanzi per il crac della Parmalat nonostante la eta' avanzata.Gia' Silvio Berlusconi puo' ritenersi un fortunato se lo arrestano e lo mandano per poco tempo nel carcere milanese di Opera,potrebbe anche essere condotto in una base militare ed ascoltato,per capire cosa ha combinato all'estero con vari dittatori,per conto del popolo italiano,non dimentichiamo che per la sua spregiudicatezza politica molti ci hanno rimesso la pelle,non dimentichiamo che personaggi di forza italia nominati da Berlusconi hanno persino messo in dubbio la parola di responsabili del parlamento europeo e di cittadini italiani di moralita' specchiata,non dimentichiamo,che il cittadino italiano medio e' perennemente sotto estorsione delle societa' di telefonia fissa e mobile,e sotto estorsione per il pagamento delle bollette di luce,gas e acqua,ecc..potrei continuare per giorni interi a descrivere cio' che ha combinato Silvio Berlusconi e i suoi coscritti in Italia oltre che e' diventato proprietario quasi di tutto in italia, telecomunicazioni in primis.Ormai lo sanno tutti in Italia e' caduto in disgrazia e si deve abbracciare la croce*******
Alfano semina veleni e sospetti: certi pm giocano contro lo Stato
Il ministro dell'Interno avverte le procure: chi sa qualcosa sull'audio dell'«Espresso» lo dica. La replica dei magistrati: "Parole inopportune che aumentano la confusione"
Il ministro dell'Interno avverte le procure: chi sa qualcosa sull'audio dell'«Espresso» lo dica. La replica dei magistrati: "Parole inopportune che aumentano la confusione"
Va a Palermo e complica un giallo già penoso da tutti i punti di vista. È il giorno della commozione e del ricordo, è l'anniversario di una strage terribile come quella di via d'Amelio.
Ma Angelino Alfano ne approfitta per lanciare un messaggio sibillino e tortuoso, in un inquietante cortocircuito fra la storia e l'attualità. Si commemora infatti Paolo Borsellino, ma il pensiero corre alla figlia Lucia, al centro di quella presunta intercettazione fra Matteo Tutino e Rosario Crocetta in cui il medico avrebbe detto, non contrastato dal governatore, che «bisognerebbe farla fuori come il padre». Da giorni la procura di Palermo ripete in tutte le salse che quelle parole non sono agli atti di alcuna inchiesta ma l'Espresso controbatte: quel dialogo invece esiste e i cronisti del settimanale l'hanno ascoltato. Il clima è pesante, fra dolore e sospetti. Ma il ministro dell'Interno allarga ancora il quadro con una serie di dichiarazioni assai pesanti: «Se ci sono altri magistrati che sono in possesso dell'intercettazione fra Crocetta e Tutino, la cui esistenza è stata smentita dalla procura di Palermo, che lo dicano».
Sorprendente. E obliquo. A chi si riferisce Alfano? Mistero. Forse il titolare dell'Interno dispone di informazioni riservate che sfuggono all'opinione pubblica e le centellina dosando le allusioni. O forse no, anche se il retropensiero, scontato, è che Alfano abbia parlato con qualche agente di polizia o con qualche investigatore e abbia saputo quel che ufficialmente è coperto.
Chissà, forse il ministro chiamato ad un appuntamento cosi importante vorrebbe svelenire l'aria, elettrica dopo tante polemiche, ma finisce per ingarbugliare ancora di più la matassa. «Se quelle intercettazioni fossero vere – insiste il ministro – Crocetta si dovrebbe dimettere – ma se quelle intercettazioni non fossero vere, come dice il procuratore della repubblica di Palermo, chi ha fabbricato la bufala che fa, non si dimette?». Di nuovo Alfano sembra giocare col fuoco e pare puntare il dito contro una fantomatica macchina del fango, che avrebbe offerto la polpetta avvelenata all' Espresso . Ma Alfano, sia pure oscillando come un pendolo fra un'ipotesi e l'altra, sembra virare poi decisamente verso la genuinità della frase sotto la lente dei media, incolpando in definitiva qualche misterioso magistrato. «Se quelle procure non le tirano fuori in modo trasparente – è l'affilata bordata finale – allora si tratta di uffici che non fanno il gioco dello Stato».
Un rompicapo. Che alimenta altri veleni nelle stanze già sature di miasmi del potere siciliano. In un gioco di specchi che mette i brividi fra il 92 e il 2015. Il Giornale registra due prese di posizione autorevoli che suonano come una bocciatura senza senza se e senza ma del discorso di Alfano. È diretto Fabio Roia, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano, leader di Unicost ed ex componente del Csm: «Le parole di Alfano sono quantomeno inopportune e aumentano la confusione. È Palermo a condurre quell'indagine e non è pensabile che ci siano altri pm che scavano sulla stessa materia senza alcun coordinamento con la procura del capoluogo siciliano. In un'occasione cosi solenne Alfano avrebbe fatto bene a misurare i toni».
Ancora più duro, in tempo reale dalla stessa cerimonia di Palermo, è invece Manfredi Borsellino, poliziotto, figlio di Paolo e fratello di Lucia. Manfredi parla della sorella, assessore alla sanità nella giunta Crocetta fino al30 giugno scorso, componendo un quadro apocalittico: «Non sarà la genuinità di un'intercettazione ad impedire che i siciliani onesti sappiano lo scenario drammatico in cui Lucia si è trovata ad operare. Da oltre un anno era consapevole del clima di ostilità in cui operava, delle offese che le venivano rivolte, per adempiere nient'altro che al proprio dovere. Ed è incredibile che Lucia si sia trovata a vivere un calvario che ricorda per molti aspetti quello del suo grande genitore». Un messaggio terribile quello di Manfredi che non ha bisogno di un pezzo di carta per incenerire la giunta Crocetta. E mandare all'inferno il presunto rinnovamento della politica siciliana.
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