Monday, December 12, 2022

*******COMUNE DI SAN VITTORE DEL LAZIO ITALIA*******

*PER I SERVIZI SEGRETI MILITARI ITALIANI E PER I COLLEGHI DELLA CIA:IL COMUNE DI SAN VITTORE DEL LAZIO ITALIA CI FAR RESTITUIRE TUTTI I NOSTRI BENI RUBATI DALLA NOSTRA ABITAZIONE DI VIA LARGARIO CORTE DEI SANTI n° 62 CON LA PARTECIPAZIONE DEI VIGILI URBANI,PERSONAGGI IN FORZA AL SUDDETTO ENTE PUBBLICO CARABINIERI,DELINQUENZA ORGANIZZATA,ETC..ETC...PER UN FALSO SFRATTO MESSO IN ATTO DALLA FAMIGLIA GALDIERI ED OSCURI PERSONAGGI IN FORZA AL TRIBUNALE DI CASSINO,DI POSTINI DI POSTE ITALIANE,criminalita'organizzata economica ETC,,,*A TAL PROPOSITO ALLEGO UNA AMPIA DOCUMENTAZIONE.SEMPRE IN NOME DELLA LORO LEGGE*******rosario maringola 53°reggimento fanteria d'arresto umbria divisione folgore servizio riservato
IL GIORNO 19/03/2014,IO E MIO FRATELLO ROSARIO USCIMMO DI CASA X LA NORMALE SPESA QUOTIDIANA DELLE MASSAIE...ABITAVAMO IN SVITTORE DEL LAZIO VIA LARGARIO CORTE DEI SANTI 62.QUESTA ABITAZIONE CI ERA STATA AFFITTATA DA GIOVANNA GALDIERI ,PRESENTATASI COME UNA NORMALE INSEGNANTE DI SCUOLA A SUO DIRE ,UNITAMENTE AD UN VECCHIO CHE LO PRESENTARONO COME LORO PADRE E LA SORELLA CATERINA GALDIERI IMPIEGATA ALLE POSTE DI CASSINO.SEMBRAVANO 2 MADONNELLE CON S.GIUSEPPE AL SEGUITO....LA GIOVANNA GALDIERI VESTIVA ALLA COLLEGIALE,SI PRESERO I SOLDI DELL'AFFITTO CASA 990 EURO X 3 MENSILITA' DI AFFITTO CASA AL CANONE DI 330 EURO AL MESE.DOPO 3 GIORNI VENNERO A FARE I LUPI IN CASA NOSTRA :,AGGREDENDOCI CON TANTISSIME SOSTANZE CHIMICO-TOSSICHE E VOLUTO ENTRARE IN CASA X FORZA.3 LUPI FAMELICI CHE VENNERO A CACCIARCI DI CASA,PERCHE' L'ALTRO LORO INQUILINO DEL PIANO DI SOPRA CI GASAVA X TUTTO IL GIORNO E LA NOTTE,COME PURE LA MARIA GRAZIA L'ALTRA INQUILINA  CHE AVEVAMO SUL PIANEROTTOLO,LEI E I FIGLI TUTTI LEGATI AL TERRITORIO...I LAVORI CHE BISOGNAVA FARE IN CASA NON LI AVREBBE PIU' FATTI FARE E IL CONTRATTO D'AFFITTO NON L'AVREBBE REGISTRATO PIU',PERCHE' DOVEVAMO ANDARCENE,LEI COSI' DICEVA,DOPO CHE AVEVAMO LASCIATO LA CASA DI FORNELLI CON REGOLARE CONTRATTO REGISTRATO.DI 4 ANNI + 4 ...CI DAVA 15 GIORNI DI TEMPO LA RAMBO,POI SAREBBE VENUTA A CACCIARCI CON I CARABINIERI E L'AMBULANZA.BENE E I SOLDI DELL'AFFITTO ? AH RISPOSE,POI VE LI DAREMO,E LE SPESE X IL TRASLOCO,UN GROSSO CAMION CARICO DI ROBA ? E QUALE TRASLOCO AVETE FATTO.LA DELINQUENTE GIA' NEGAVA I NOSTRI BENI MOBILI ALL'INTERNO DELLA CASA.POI SI RECO' DAI CARABINIERI A FARSI PROTEGGERE,ECCO IL MR.GIUSEPPE DI BIASE  DELLA STAZIONE CC.DI CERVARO ,IL MASTO DI FESTE CHE INIZIO' A TENERCI D'OCCHIO E A RIFIUTARE DI PRENDERE LE DENUNCE CONTRO LA GALDIERI ...SIA PER LA GASAZIONE CHE CI VENIVA PRATICATA DAI SUOI INQUILINI SIA PER LA TRUFFA AFFITTO CASA.COMPRENDEMMO CHE C'ERA QUALCOSA DI LOSCO E DECIDEMMO DI ANDARE AL CATASTO X VERIFICARE LA CASA A NOI AFFITTATA DI CHI ERA LA PROPRIETA'.PUNTUALMENTE LA GIOVANNA GALDIERI NON E' LA PROPRIETARIA DELLA CASA DI SVITTORE DEL LAZIO LARGARIO CORTE DEI SANTI 62 E NEPPURE DELLE ALTRE CASE NELLO STESSO STABILE.IL SINDACO DI SAN VITTORE INIZIO' A FARE LO GNORRI,VOLEVA SEQUESTRARE L'APPARTAMENTO X INABITABILITA',MA POI NON MOSSE UN DITO VISTO CHE TUTTO E' NELLE MANI DELLA CAMORRA.PALAZZI RUBATI O A PRIVATI CITTADINI O BENI COMUNALI.LA CASA A NOI FITTATA ERA PRIVA DEL CONTATORE DELL'ACQUA E LA LUCE ERA INTESTATA ALLA GIOVANNA GALDIERI CHE RISULTAVA VIVERE NELLA NOSTRA STESSA CASA  CON NOI,COME UN PARENTE ,IMBROGLI CHE SOLO LA CAMORRA FA ! TUTTO QUESTO NATURALMENTE AI CARABINIERI NON INTERESSAVA MINIMAMENTE,PER QUELLO CHE HANNO FATTO SONO I FEDELI SERVITORI DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA.COME PURE NON HANNO PRESO IL NIPOTE DI SIMEONE IL VECCHIO,IL CAPOBASTONE...IL RAGAZZO MICHELE ,NIPOTE DEL VECCHIO ,CI SFASCIO' PIU' VOLTE LA MACCHINA CON INGENTI DANNI,PIETRE E ROTTURA DEI VETRI DELLA NOSTRA CAMERA DA LETTO LUI E I SUOI AMICI FURONO,SAN PIETRINI A VOLONTA' QUASI TUTTI I GIORNI VENIVA AD AGGREDIRCI CON LA SUA BANDA.LORO I SIMEONE,BRAVE PERSONE COME SI SUOL DIRE IN CERTI TERRITORI,NON CI VOLEVANO,LA NOSTRA PRESENZA ERA MOLESTA,IN QUANTO DALLA MATTINA ALLA SERA ARRIVAVA GENTE A CASA DEL VECCHIO SIMEONE,SALIVANO E DOPO QUALCHE MINUTO RIDISCENDEVANO...AD UN CERTO PUNTO INIZIAMMO A CAPIRE IL PERCHE' DI QUEL VIA VAI...IL MICHELE SIMEONE,CHE CI MINACCIAVA DALLA MATTINA ALLA SERA,DOPO LA SCUOLA SI METTEVA SOTTO IL SUO PALAZZO ,DIFRONTE AL MIO BALCONE DELLA CAMERA DA LETTO E FACEVA IL PALO,DAVA INDICAZIONI ALLA GENTE CHE SI RECAVA A CASA DEL NONNO E NONNA..I 2 VECCHIETTI TUTTI COMPITI CHE ANDAVANO A FARE LA SPESA,LA SPESA ANDAVANO A FARE GIA'.ALLE ORE 6 DEL MATTINO SI CARICAVANO LA MACCHINA CON SCATOLE,BORSE CHE ANDAVANO E VENIVANO..GIA' LE BORSE...NOI ERAVAMO DI OSTACOLO ALLA LORO ATTIVITA'...GIA' LE LORO ATTIVITA' DOVE I CARABINIERI NON VEDONO E NON SENTONO.LA VECCHIA MOGLIE DEL SIMEONE UN GIORNO DISSE A MIO FRATELLO.. ANDATEVENE,DA QUI E' MEGLIO X VOI,QUI NON E' POSTO X VOI."CERTO CHE NON ERA POSTO X NOI CON TUTTO IL MALAFFARE DEL PAESE E CON I SIMEONE DIRIMPETTAI...ARRIVIAMO ALLA MATTINA DEL 19/03/2014....UNO SPETTACOLO DEGNO DI UNA COMMEDIA DI PIRANDELLO.,QUANDO TORNAMMO A CASA INTORNO ALLE 12,45 CIRCA...PIU' O MENO,INSOMMA L'ORA DI PRANZO.ENTRIAMO NEL PALAZZO SCAMPAGNATO E VEDIAMO LA PORTA DI CASA NOSTRA SPALANCATA,IL MARESCIALLO DEI CARABINIERI CHE SI QUALIFICO' CON IL NOME DI CASERTA E UN GIOVANE CARABINIERI A SPALLEGGGIARLO.LA PRIMA COSA CHE DICEVA..MARI' CALMA E',CALMA MARINGOLA...ALL'INTERNO DELLA CASA C'ERA LA GIOVANNA GALDIERI CON UNA VECCHIA SUI 70 ANNI,IL MARITO,UN SOGGETTO CHE DICE DI ESSERE L'AVV.ELIO RAVIELE,ROBA FALSA GIUDIZIARIA D'IMBROGLI A VOLONTA' E QUELLO CHE DICEVA ESSERE L'UFF.GIUDIZIARIO UN CERTO GIOVANNI ROMANELLI,.E' DA PRECISARE CHE IL TRIBUNALE DI CASSINO HA DISCONOSCIUTO IL GIOVANNI ROMANELLI COME UFFICIALE GIUDIZIARIO,LORO NON LO CONOSCONO.INSOMMA ERA TUTTA LA BANDA DEI PPARALLELI O DI CAMORRA CHE OPERA X RUBARE IMBROGLIANDO LA GENTE..LA GALDIERI GIRAVA IN CASA MIA TRA LA MIA ROBA DA PADRONA,LEI SI ERA IMPOSSESSATA DI TUTTO.TUTTI I NOSTRI BENI MOBILI ALL'INTERNO DELLA CASA,DOCUMENTI,EFFETTI PERSONALI,E MATERIALE ELETTRONICO ECC.ECC.ERA DIVENTATO DI PROPRIETA' DELLA GALDIERI E DELLA CAMORRA GRAZIE AI CARABINIERI DI CERVARO E AL MARESCIALLUCCIO CASERTA..LUI QUELLO CHE AVEVA AUTORIZZATO A SFONDARE LA PORTA DI CASA MIA X FAR RUBARE LA CAMORRA SENZA ALCUN ATTO GIUDIZIARIO.GIA' AL TRIBUNALE IL SOGGETTO CHE FACEVA IL GIUDICE UN CERTO SALVATORE SCALERA NON AVEVA ACCERTATO NEPPURE DI CHI ERA LA PROPRIETA' IN QUESTIONE,NE' SE ERANO STATE PAGATE LE TASSE.FIGURIAMOCI,LA CAMORRA CHE RUBA CASE E FALAZZI PAGA L'ICI O L'IMU.LUI,IL SALVATORE SCALERA UN SEMPLICE SERVO DEL MALAFFARE..DOPO CHE TUTTA QUESTA BANDA DI DELINQUENTI CHE VANNO A RUBARE BENI MOBILI ALLA GENTE,DENARO,ORO E TUTTO CIO' CHE LA GENTE CUSTODISCE NELLA PROPRIA CASA,CAMBIARONO LA SERRATURA ALLA PORTA DELLA NOSTRA CASA E LA SERRATURA DEL PORTONE,MENTRE USCIVANO QUESTI DELINQUENTI,DALLA MIA CASA USCIRONO ALTRI 4 UOMINI IN BORGHESE CHE NOI NON ABBIAMO MAI VISTO..O ERANO CARABINIERI IN BORGHESE,QUESTI CHE VANNO A RUBARE BENI ALLA GENTE O ERANO CAMORRISTI CHE IL MR.CASERTA PORTO' CON SE' X FARCI AGGREDIRE CON LE SOSTANZE,PERCHE' ANCHE QUESTA FUNZIONE AVEVANO OLTRE A CONTROLLARE TUTTA LA ROBA DA RUBARE.IL MARESCIALLUCCIO CASERTA FACEVA 'O MASTO E FESTA,TUTTO FELICE X LA BRILLANTE OPERAZIONE COMPIUTA A FAVORE DELLA CAMORRA.STRINSE LA MANO A TUTTI E DIEDE ANCHE INFORMAZIONI AD UNA DONNA SALITA DA GIU' E VENUTA A VEDERE COME PROSEGUIVANO I LAVORI DI FURTO,UNA DONNA GIOVANE CON I CAPELLI TIRATI DIETRO,UN PANTALONE STRETTISSIMO CON IL PANCIONE INCINTA OLTRE I 6 MESI DI GRAVIDANZA,CON UN BAMBINO X MANO.A NOI CI LASCIARONO IN MEZZO ALLA STRADA,LE BESTIE DELLA CAMORRA DOVE I CARABINIERI SAREBBERO DA APPENDERE AI LAMPIONI.QUESTA CASA CI FU FATTA FITTARE DAL PROPRIETARIO DEL BAR DI S.VITTORE DI NOME ANDREA E DAL SUO COMPARE DI ZONA VINCENZO CICCOMASCOLO,CHE CON LA MOGLIE E I FIGLI CI GASAVA GIORNO E NOTTE SU ORDINE DELLA DELINQUENZA,VENIVANO AD OCCUPARE LA CASA DI BIANCHI CHE POI ERA SCAPPATO X PAURA VISTO CHE AVEVA UN FIGLIO GALEOTTO A SUO DIRE X DROGA ECC......NOI TUTTO QUESTO LO AVEVAMO DENUNCIATO ALLA GUARDIA DI FINANZA DI CASSINO,DOVE ERAVAMO STATI SENTITI ANCHE DAL MR.MORELLI..
*PER I SERVIZI SEGRETI MILITARI ITALIANI E PER I COLLEGHI DELLA CIA:IL COMUNE DI SAN VITTORE DEL LAZIO ITALIA CI FAR RESTITUIRE TUTTI I NOSTRI BENI RUBATI DALLA NOSTRA ABITAZIONE DI VIA LARGARIO CORTE DEI SANTI n° 62 CON LA PARTECIPAZIONE DEI VIGILI URBANI,PERSONAGGI IN FORZA AL SUDDETTO ENTE PUBBLICO CARABINIERI,DELINQUENZA ORGANIZZATA,ETC..ETC...PER UN FALSO SFRATTO MESSO IN ATTO DALLA FAMIGLIA GALDIERI ED OSCURI PERSONAGGI IN FORZA AL TRIBUNALE DI CASSINO,DI POSTINI DI POSTE ITALIANE ETC,,,*A TAL PROPOSITO ALLEGO UNA AMPIA DOCUMENTAZIONE.SEMPRE IN NOME DELLA LORO LEGGE*******rosario maringola 53°reggimento fanteria d'arresto umbria divisione folgore servizio riservato***************************************************************************************************************************************************DOMANI SERA VOI ALTRI AMMINISTRATORI PUBBLICI DEL COMUNE DI SAN VITTORE DEL LAZIO,PROVATE A TROVARE UN INTESA HO BISOGNO DEL VERBALE DELLE PERIZIE ESPLETATE DAL GEOMETRA NERI IN COMPAGNIA DEL VIGILE URBANO PRESSO LA MIA ABITAZIONE E IL VERBALE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DEL 10/6/2013, A TEMPO PERSO LEGGETE QUALCOSA NEL MIO MY BLOG GIA' A TEANO L'UFFICIALE GIUDIZIARIO NICOLA MONTANO INSIEME ALL'AVVOCATO CIRO BALBO RUBARONO DEI NOSTRI BENI MOBILI,A VENAFRO I PARENTI DEL SINDACO NICANDRO COTUGNO IN ASSOCIAZIONE CON I CARABINIERI RUBARONO TUTTI I NOSTRI BENI MOBILI CONTENUTI NELLA NOSTRA ABITAZIONE.A PESCHE I CARABINIERI RUBARONO LE NOSTRE DUE AUTO,A FORNELLI IL SINDACO GIOVANNI TEDESCHI FECE RUBARE DA PRESUNTI VIGILI URBANI LA NOSTRA AUTO.A SAN VITTORE I CARABINIERI CI HANNO SOTTRATTO LE RADIO E QUANT'ALTRO DA ACCERTARE.NON POSSIAMO PIU' ANDARE AVANTI A COMBATTERE I GUAPPI ISTITUZIONALI E PENSO CHE NON SI RISOLVONO I PROBLEMI CHE AVETE CREATO AI CITTADINI SPERANDO IN UNA "FATTURA"EFFICACE*rosario maringola 53°reggimento fanteria d'arresto Umbria divisione folgore servizio riservato*palazzo Galdieri* *Comune di San Vittore del Lazio - Sito comunale www.comune.sanvittoredellazio.fr.it Sindaco Nadia Bucci Consigliere Maggioranza, Sindaco Telefono: 0776 335037* Giunta comunale Nadia Bucci Consigliere Maggioranza, Sindaco Telefono: 0776 335037 Email: info@comune.sanvittoredellazio.fr.it Vai alla scheda personale Roberto Bucci Assessore e Vice-Sindaco, Consigliere Maggioranza Telefono: 0776 335037 Email: info@comune.sanvittoredellazio.fr.it Vai alla scheda personale Amilcare D’Orsi Assessore, Consigliere Maggioranza Telefono: 0776 335037 Email: info@comune.sanvittoredellazio.fr.it Nadia Bucci Consigliere Maggioranza, Sindaco Telefono: 0776 335037 Email: info@comune.sanvittoredellazio.fr.it Vai alla scheda personale Roberto Bucci Assessore e Vice-Sindaco, Consigliere Maggioranza Telefono: 0776 335037 Email: info@comune.sanvittoredellazio.fr.it Vai alla scheda personale Amilcare D’Orsi Assessore, Consigliere Maggioranza Telefono: 0776 335037 Email: info@comune.sanvittoredellazio.fr.it Vai alla scheda personale Antinoro Lanni Consigliere Maggioranza Vai alla scheda personale Carlo Coppola Consigliere Maggioranza Vai alla scheda personale Domenico Spennato Consigliere Maggioranza Vai alla scheda personale Francesco Paolo Giangrande Consigliere Maggioranza Vai alla scheda personale Ornella Bucci Consigliere Maggioranza Vai alla scheda personale Antonio Forgione Consigliere Minoranza
Rosario Maringola IL CONSIGLIO COMUNALE SI RIUNIRA' IN SEDUTA STRAORDINARIA IL GIORNO 13 DICEMBRE 2013 ALLE ORE 19,00.

Sunday, December 4, 2022

*******La grande Monnezza*********

LA GRANDE MONNEZZA*-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-18 febbraio 2014 LA GRANDE MONNEZZA-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-18 febbraio 2014 Esce finalmente nelle librerie il saggio che dovrebbe spezzare le reni al processo sulla trattativa Stato-mafia e ai magistrati che l’hanno istruito: La mafia non ha vinto. Il labirinto della trattativa del giurista Giovanni Fiandaca e dello storico Salvatore Lupo (ed. Laterza). Ne dà solenne annuncio il Corriere della Sera, con un’ampia anticipazione firmata da Giovanni Bianconi. In attesa di leggere il libro e di parlarne più diffusamente, già l’anticipazione fornisce spunti interessanti per qualche riflessione. Intanto, una buona notizia. Fino all’altro giorno, Fiandaca era noto per un lungo articolo pubblicato sul Foglio dal titolo fantozziano “Il processo sulla trattativa è una boiata pazzesca”, in cui la trattativa era definita “cosiddetta” e “presunta”. Ora, forse grazie all’aiuto dello storico, il giurista siciliano se n’è fatta una ragione: “La trattativa c’è stata, solo che purtroppo (per i boss, ndr) qualcuno si è rimangiato la parola”. Sarà interessante capire chi e quando mai si sia rimangiato la parola, visto che il papello di Riina ha trovato puntuale esecuzione in questi vent’anni sul 41-bis (revocato nel ‘93 a 334 mafiosi detenuti e poi progressivamente svuotato), sulle supercarceri di Pianosa e Asinara (chiuse nel 1997), sui pentiti (pressoché aboliti con la “riforma” Fassino-Napolitano del 2001), sull’ergastolo (abrogato fra il 1999 e il 2000), sui capitali mafiosi (riciclati dallo Stato con tre scudi fiscali), senza contare gli innumerevoli tentativi di tradurre in legge altre richieste di Riina, come la dissociazione e la revisione delle sentenze passate in giudicato (per riaprire il maxiprocesso di Falcone e Borsellino). Passato con disinvoltura dal negare all’ammettere l’esistenza della trattativa, Fiandaca accusa la Procura di Palermo di “pregiudiziale atteggiamento criminalizzatore” e di un’ “avversione morale” verso “ipotesi trattativiste”, che a suo dire sarebbero cosa buona e giusta e doverosa: le “concessioni a Cosa Nostra” da parte di “negoziatori istituzionali” avvennero in “stato di necessità” e “a fin di bene”. E quale sarebbe il “bene” che si ottenne dalla trattativa? “La cessazione delle stragi” che avrebbe consentito di “proteggere la vita dei cittadini”. Peccato che le stragi siano nate, nella mente di Riina, proprio per indurre lo Stato a trattare. Cosa che gli uomini del Ros fecero subito dopo l’omicidio Lima (12 marzo ‘92) e dopo Capaci (23 maggio ‘92). Col risultato di non fermare le stragi, ma anzi di produrne altre: via D’Amelio (19 luglio ‘92), via Fauro a Roma (14 maggio ‘93), via dei Georgofili a Firenze (27 maggio ‘93), via Palestro a Milano e le basiliche di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma (27 luglio ‘93), senza contare quella progettata poi fallita e infine annullata allo stadio Olimpico di Roma (fine ‘93-inizio’94). Totale: 15 morti e una trentina di feriti, senza contare i danni al patrimonio artistico e alla sicurezza nazionale. Molto semplicemente, la trattativa salvò la pelle a un pugno di politici, da Mannino in giù, che Cosa Nostra accusava di aver tradito le promesse o le attese sull’annullamento del maxiprocesso. E al posto loro morirono Borsellino, gli uomini di scorta e 10 cittadini fiorentini e milanesi: quelli che i “negoziatori” istituzionali – secondo la soave espressione dei due autori – volevano “proteggere”. Se questo è il “bene”, quale sarebbe il male? Si può discutere finché si vuole, invece, sull’impostazione giuridica del processo: se, cioè, la trattativa implichi il reato di “violenza o minaccia a corpo dello Stato”, e se il Grande Ricatto a suon di bombe possa essere imputato, oltreché ai boss stragisti, ai “negoziatori istituzionali” (politici e ufficiali del Ros) che li aiutarono nel loro progetto criminale. Spetta alla Corte d’Assise rispondere alla domanda, già peraltro risolta positivamente dal Gup che ha rinviato a giudizio tutti gl’imputati: il processo si celebra proprio per questo. Purché Fiandaca e Lupo non raccontino frottole: e purtroppo lo fanno quando ricordano ai pm che “il reato di trattativa non esiste”. Espiegano che revocare di nascosto il 41-bis a centinaia di mafiosi in barba a una legge appena varata dal Parlamento, come fece l’allora Guardasigilli Giovanni Conso sospendendo la democrazia parlamentare e tradendo i principi cardine della Costituzione e la fiducia dei cittadini, è un atto “insindacabile penalmente” e “giuridicamente legittimo”. I pm, infatti, non si sono mai sognati di contestare a chicchessia il “reato di trattativa” né di chiamare gli ex ministri a rispondere delle loro insindacabili scelte politiche: Mancino e Conso, in quanto membri dei governi Amato e Ciampi, sono considerati vittime del Grande Ricatto. Se sono imputati di falsa testimonianza è per aver mentito sotto giuramento su fatti a loro noti. Fatti che dimostrano l’ampia condivisione della trattativa fra i politici e i governanti dell’epoca. E proprio qui casca l’asino di Fiandaca e Lupo: se persino loro devono ammettere che “la trattativa c’è stata”, sia pure per necessità e a fin di bene, mentre i politici che essi difendono continuano a smentirla negando anche l’evidenza, non li coglie il dubbio che i rappresentanti del cosiddetto Stato nascondano qualcosa di ben più terribile? E cioè, per esempio, che pezzi di Stato aiutarono Cosa Nostra a fare le stragi? Pasolini, a proposito di piazza Fontana, scriveva: “Io so, ma non ho le prove”. Oggi gli intellettuali hanno le prove, ma fingono di non sapere. LA GRANDE MONNEZZA-Marco Travaglio-Il Fatto Q.-18 febbraio 2014 Esce finalmente nelle librerie il saggio che dovrebbe spezzare le reni al processo sulla trattativa Stato-mafia e ai magistrati che l’hanno istruito: La mafia non ha vinto. Il labirinto della trattativa del giurista Giovanni Fiandaca e dello storico Salvatore Lupo (ed. Laterza). Ne dà solenne annuncio il Corriere della Sera, con un’ampia anticipazione firmata da Giovanni Bianconi. In attesa di leggere il libro e di parlarne più diffusamente, già l’anticipazione fornisce spunti interessanti per qualche riflessione. Intanto, una buona notizia. Fino all’altro giorno, Fiandaca era noto per un lungo articolo pubblicato sul Foglio dal titolo fantozziano “Il processo sulla trattativa è una boiata pazzesca”, in cui la trattativa era definita “cosiddetta” e “presunta”. Ora, forse grazie all’aiuto dello storico, il giurista siciliano se n’è fatta una ragione: “La trattativa c’è stata, solo che purtroppo (per i boss, ndr) qualcuno si è rimangiato la parola”. Sarà interessante capire chi e quando mai si sia rimangiato la parola, visto che il papello di Riina ha trovato puntuale esecuzione in questi vent’anni sul 41-bis (revocato nel ‘93 a 334 mafiosi detenuti e poi progressivamente svuotato), sulle supercarceri di Pianosa e Asinara (chiuse nel 1997), sui pentiti (pressoché aboliti con la “riforma” Fassino-Napolitano del 2001), sull’ergastolo (abrogato fra il 1999 e il 2000), sui capitali mafiosi (riciclati dallo Stato con tre scudi fiscali), senza contare gli innumerevoli tentativi di tradurre in legge altre richieste di Riina, come la dissociazione e la revisione delle sentenze passate in giudicato (per riaprire il maxiprocesso di Falcone e Borsellino). Passato con disinvoltura dal negare all’ammettere l’esistenza della trattativa, Fiandaca accusa la Procura di Palermo di “pregiudiziale atteggiamento criminalizzatore” e di un’ “avversione morale” verso “ipotesi trattativiste”, che a suo dire sarebbero cosa buona e giusta e doverosa: le “concessioni a Cosa Nostra” da parte di “negoziatori istituzionali” avvennero in “stato di necessità” e “a fin di bene”. E quale sarebbe il “bene” che si ottenne dalla trattativa? “La cessazione delle stragi” che avrebbe consentito di “proteggere la vita dei cittadini”. Peccato che le stragi siano nate, nella mente di Riina, proprio per indurre lo Stato a trattare. Cosa che gli uomini del Ros fecero subito dopo l’omicidio Lima (12 marzo ‘92) e dopo Capaci (23 maggio ‘92). Col risultato di non fermare le stragi, ma anzi di produrne altre: via D’Amelio (19 luglio ‘92), via Fauro a Roma (14 maggio ‘93), via dei Georgofili a Firenze (27 maggio ‘93), via Palestro a Milano e le basiliche di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma (27 luglio ‘93), senza contare quella progettata poi fallita e infine annullata allo stadio Olimpico di Roma (fine ‘93-inizio’94). Totale: 15 morti e una trentina di feriti, senza contare i danni al patrimonio artistico e alla sicurezza nazionale. Molto semplicemente, la trattativa salvò la pelle a un pugno di politici, da Mannino in giù, che Cosa Nostra accusava di aver tradito le promesse o le attese sull’annullamento del maxiprocesso. E al posto loro morirono Borsellino, gli uomini di scorta e 10 cittadini fiorentini e milanesi: quelli che i “negoziatori” istituzionali – secondo la soave espressione dei due autori – volevano “proteggere”. Se questo è il “bene”, quale sarebbe il male? Si può discutere finché si vuole, invece, sull’impostazione giuridica del processo: se, cioè, la trattativa implichi il reato di “violenza o minaccia a corpo dello Stato”, e se il Grande Ricatto a suon di bombe possa essere imputato, oltreché ai boss stragisti, ai “negoziatori istituzionali” (politici e ufficiali del Ros) che li aiutarono nel loro progetto criminale. Spetta alla Corte d’Assise rispondere alla domanda, già peraltro risolta positivamente dal Gup che ha rinviato a giudizio tutti gl’imputati: il processo si celebra proprio per questo. Purché Fiandaca e Lupo non raccontino frottole: e purtroppo lo fanno quando ricordano ai pm che “il reato di trattativa non esiste”. Espiegano che revocare di nascosto il 41-bis a centinaia di mafiosi in barba a una legge appena varata dal Parlamento, come fece l’allora Guardasigilli Giovanni Conso sospendendo la democrazia parlamentare e tradendo i principi cardine della Costituzione e la fiducia dei cittadini, è un atto “insindacabile penalmente” e “giuridicamente legittimo”. I pm, infatti, non si sono mai sognati di contestare a chicchessia il “reato di trattativa” né di chiamare gli ex ministri a rispondere delle loro insindacabili scelte politiche: Mancino e Conso, in quanto membri dei governi Amato e Ciampi, sono considerati vittime del Grande Ricatto. Se sono imputati di falsa testimonianza è per aver mentito sotto giuramento su fatti a loro noti. Fatti che dimostrano l’ampia condivisione della trattativa fra i politici e i governanti dell’epoca. E proprio qui casca l’asino di Fiandaca e Lupo: se persino loro devono ammettere che “la trattativa c’è stata”, sia pure per necessità e a fin di bene, mentre i politici che essi difendono continuano a smentirla negando anche l’evidenza, non li coglie il dubbio che i rappresentanti del cosiddetto Stato nascondano qualcosa di ben più terribile? E cioè, per esempio, che pezzi di Stato aiutarono Cosa Nostra a fare le stragi? Pasolini, a proposito di piazza Fontana, scriveva: “Io so, ma non ho le prove”. Oggi gli intellettuali hanno le prove, ma fingono di non sapere.