Omnibus, "totalmente inopportuna". La stoccata di Andrea Purgatori ad Elisabetta Belloni: errori da dilettanti
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07 febbraio 2022a a a
La vicenda della mancata elezione di Elisabetta Belloni è ancora un tema caldo nel mondo della politica dopo il Mattarella-bis al Quirinale. Nella puntata del 7 febbraio di Omnibus, programma di La7 condotto da Alessandra Sardoni, è ospite Andrea Purgatori, giornalista e conduttore di Atlantide, che prova ad esporre il proprio punto di vista sulla vicenda del numero uno del Dis: “È stata l’ora del dilettante. Se vuoi fare un’operazione di questo genere su una donna, che ha un curriculum inattaccabile, essendo al servizio dello Stato da più di 30 anni con dei risultati eccellenti, ha guidato la Farnesina, è al Dis, ma non è il luogo dove si comandano i servizi segreti, è un luogo di coordinamento, il vero capo dei servizi segreti è il presidente del Consiglio, non di certo la Belloni, per come è stata descritta non è un agente segreto che si muove di notte che va a cercare le spie. Sono stati dei dilettanti a gestire la situazione, ho la sensazione che alcuni protagonisti di questa vicenda si siano mossi per bruciarla e non con la convinzione di portarla al Quirinale. Il tweet di Di Maio diceva addirittura ‘è mia sorella’, una cosa da evitare. Così come la Belloni ha fatto uno scivolone a farsi fotografare con Di Maio, non è una cosa che si fa, se stai fuori stai fuori, non è che se ti hanno bruciata poi fai quella foto col ministro degli Esteri”.
Bomba sul palazzo: la rielezione di Mattarella è stata pianificata a tavolino
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Che cosa c’è dietro questa foto? Purgatori replica al quesito della Sardoni: “Non l’ho capita, secondo me è stata più una richiesta di Di Maio che della Belloni, per far vedere che comunque lui non era responsabile di quello che era successo. In ogni caso hanno sbagliato entrambi, mettendo in difficoltà Gabrielli, che ha detto che avevano sbagliato, ma le ha anche restituito una credibilità necessaria per una persona che ricopre un ruolo così delicato ed importante. Dopo la candidatura rischiava di trovarsi in estrema difficoltà. C’è un discorso di opportunità… La foto è stata totalmente inopportuna”. Il Presidente Draghi nomina Elisabetta Belloni Direttore generale del Dis
12 Maggio 2021
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha nominato l’ambasciatore Elisabetta Belloni Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, in sostituzione dell’attuale Direttore generale, prefetto Gennaro Vecchione. Il Presidente Mario Draghi ha preventivamente informato della propria intenzione il Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR), Raffaele Volpi, e ha ringraziato il prefetto Vecchione per il lavoro svolto a garanzia della sicurezza dello Stato e delle istituzioni. La nomina è disposta sentito il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica.
Sicurezza, Elisabetta Belloni nominata a capo del Dis al posto di Vecchione
L'ambasciatrice nominata da Draghi alla guida del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza
PUBBLICATO PIÙ DI 6 MESI FA 1 MINUTI DI LETTURA
Elisabetta Belloni è il nuovo capo del Dis, Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza. La nomina è arrivata dal premier Mario Draghi e prende il posto dell'attuale Direttore generale, il prefettoGennaro Vecchione. È la prima donna a ricoprire questo incarico.
Draghi ha preventivamente informato della propria intenzione Raffaele Volpi, presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, e ha ringraziato Vecchione per il lavoro svolto a garanzia della sicurezza dello Stato e delle istituzioni. La nomina è disposta sentito il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, fa sapere Palazzo Chigi. Il posto di Belloni, come segretario generale alla Farnesina, è stato preso dall'ambasciatore Ettore Sequi, attualmente capo di gabinetto del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
L'ambasciatrice Belloni, romana, 63 anni il primo settembre, è stata la prima donna segretario generale della Farnesina, ruolo che ha ricoperto per cinque anni, da maggio 2016 a oggi, sostituendo Michele Valensise. Per la Farnesina si era trattato di una novità assoluta: fino a quel momento, infatti, l'incarico era stato ricoperto solo da uomini.
L'ambasciatrice Belloni, romana, è stata un'apripista fin da ragazza. Infatti, fu la prima studente di sesso femminile a essere ammessa, insieme a un'altra ragazza, all'Istituto Massimiliano Massimo dei Gesuiti, scuola fino a quel momento esclusivamente maschile e la stessa dove ha studiato Mario Draghi. Lo ha fatto anche successivamente, durante la sua carriera al ministero degli Esteri: dall'Unità di crisi (Udc) alla direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) fino all'ultimo incarico ricoperto prima della nomina a segretario generale: quello di capo di gabinetto del ministro Paolo Gentiloni. Tutte queste posizioni, infatti, sono state coperte per la prima volta da una donna con l'ambasciatore Belloni.
Laureata in scienze politiche alla Luiss nel 1982, è entrata in carriera diplomatica nel 1985, ricoprendo incarichi, tra gli altri, a Vienna e Bratislava. Nel 2004, anche in questo caso prima donna a ricoprire questo ruolo, viene nominata capo dell'Unità di crisi della Farnesina, gestendo, tra le varie emergenze, i rapimenti di italiani in Iraq e in Afghanistan e lo tsumani nel sudest asiatico. Dal 2008 al 2012 è direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo e poi dal 2013 al 2015 assume le funzioni di direttore generale per le Risorse e l'innovazione. Promossa ambasciatore di grado nel 2014, nel 2015 è stata capo di gabinetto dell'allora ministro degli Esteri Gentiloni. Dal 5 maggio 2016 era la prima donna segretario generale della Farnesina. Negli anni il suo nome era più volte circolato come ministro degli Esteri e anche come capo del Dis. E venne preso in considerazione nel 2018 nella rosa dei candidati premier di Mattarella, insieme a quello dell'attuale Guardasigilli, Marta Cartabia.
COMITATO PARLAMENTARE PER LA SICUREZZA DELLA REPUBBLICA
Funzioni
Convocazioni
Composizione
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COMPOSIZIONE
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PRESIDENTE
URSO ADOLFO - Vai alla scheda
URSO Adolfo, Senatore
VICEPRESIDENTI
DIENI FEDERICA - Vai alla scheda
DIENI Federica, Deputato
MOVIMENTO 5 STELLE
SEGRETARI
MAGORNO ERNESTO - Vai alla scheda
MAGORNO Ernesto, Senatore
MEMBRI SENATORI
ARRIGONI PAOLO - Vai alla scheda
ARRIGONI Paolo
CASTIELLO FRANCESCO - Vai alla scheda
CASTIELLO Francesco
FAZZONE CLAUDIO - Vai alla scheda
FAZZONE Claudio
MEMBRI DEPUTATI
BORGHI ENRICO - Vai alla scheda
BORGHI Enrico
PARTITO DEMOCRATICO
CATTOI MAURIZIO - Vai alla scheda
CATTOI Maurizio
MOVIMENTO 5 STELLE
VITO ELIO - Vai alla scheda
VITO Elio
FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
VOLPI RAFFAELE - Vai alla scheda
VOLPI Raffaele
LEGA - SALVINI PREMIERS********************************************************************************************************Servizi segreti, Elisabetta Belloni nuovo direttore generale del Dis
12 maggio 2021
Elisabetta Belloni è il nuovo Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. È la prima donna alla guida di una struttura dell’intelligence. La nomina è stata decisa dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha sostituito l’attuale capo del Dis, prefetto Gennaro Vecchione il cui incarico sarebbe scaduto nel 2022 (era stato rinnovato dal governo Conte nel novembre 2020). Via libera del Consiglio dei ministri alla conferma per un anno di Mario Parente alla guida dell’Aisi (Agenzia di sicurezza interna): avrebbe concluso il suo mandato già prorogato due volte a giugno.
L’ambasciatore Belloni, romana, 63 anni, è segretario generale della Farnesina dal maggio del 2016, prima donna a rivestire tale ruolo. In carriera diplomatica dal 1985, ha ricoperto numerosi incarichi. Si era fatta conoscere da capo dell'Unità di Crisi quando nel 2004 affrontò la tragedia dello tsunami nel sudest asiatico con migliaia di turisti italiani in zona e in seguito i casi dei sequestrati in Iraq e Afghanistan.
Lega: discontinuità con l’era Conte
Tra i primi a complimentarsi è stato il leader della Lega Matteo Salvini: «Buon lavoro a Elisabetta Belloni, donna di valore nominata ai vertici del Dis, e buona prosecuzione al generale Mario Parente (direttore Aisi, ndr)». Fonti della Lega hanno espresso soddisfazione per la nomina di Belloni e per la conferma di Parente: buone notizie perché, come successo per Domenico Arcuri, sono l'ennesimo segnale di discontinuità rispetto alle scelte di Conte e dei Cinque Stelle.
Renzi: due passi avanti su servizi e Anpal
A commentare la scelta del governo anche Matteo Renzi: «La nomina di Elisabetta Belloni alla guida del Dis - scrive il leader di Italia viva - è un’ottima scelta per le Istituzioni italiane. E il fatto che si commissari Anpal, rimandando in Mississippi il padre del reddito di cittadinanza e dei navigator è un’ottima notizia. Due passi in avanti»
Sequi nuovo segretario generale della Farnesina
A succedere a Belloni nel ruolo di segretario generale della Farnesina sarà Ettore Sequi, attuale capo di gabinetto del ministro degli Esteri, Luigi di Maio.05 FEBBRAIO 2022 11:35
Paolo Liguori a "Stasera Italia": "Elisabetta Belloni come Drusilla Foer"
Il direttore di Tgcom24 analizza la candidatura al Quirinale, poi sfumata, del direttore del Dis
"Mi hanno colpito tre cose della ricostruzione sulla candidatura di Elisabetta Belloni al Quirinale". Inizia così l'intervento del direttore di Tgcom24, Paolo Liguori, a "Stasera Italia".
"Prima cosa: doveva essere votata prima dall'assemblea del Pd. Ecco, Prodi sa bene cosa succede in questi casi. Seconda cosa: si muove la macchina della propaganda di Conte e Salvini. La macchina di propaganda di Conte e Salvini mi sembra la banda degli onesti, cioè Totò e Peppino. Terza cosa: c'è stata una paura enorme di questa Belloni di Presidente della Repubblica perché il capo dei servizi segreti militari come Presidente non si vede così di frequente nei paesi democratici. Ma dopo la bocciatura la Belloni si è esposta alle foto come se fosse Drusilla Foer a Sanremo. Sono tre cose grottesche".Renzi e la “cultura istituzionale”: no a Belloni e al ‘filorusso’ Frattini, sì a 1,1 milioni di euro dalle società dell’Arabia Saudita di Bin Salman
Renzi e la “cultura istituzionale”: no a Belloni e al ‘filorusso’ Frattini, sì a 1,1 milioni di euro dalle società dell’Arabia Saudita di Bin Salman
Il leader di Italia Viva aveva motivato il niet alla capa del Dis spiegando che "in una democrazia che funziona il capo dei servizi segreti non diventa Capo dello Stato". Quindi il no all'ex ministro degli Esteri, giudicato troppo filorusso. "Chi ha cultura istituzionale sa che era doveroso farlo", aveva detto. Adesso si scopre che, appena quaranta giorni prima, aveva ricevuto un fiume di soldi da uno Stato estero per consulenze
Quaranta giorni prima di dire no all’elezione di Elisabetta Belloni a presidente della Repubblica perché da 7 mesi alla guida dei servizi segreti e porre il veto sull’ex ministro Franco Frattini per le sue posizioni filorusse distanti da un profilo atlantista, definite due opposizioni “doverose” per chi ha “cultura istituzionale”, Matteo Renzi ha ricevuto oltre 1 milione di euro dall’Arabia Saudita per le sue consulenze, compresa quella per la costruzione della città di Alula, il mega-progetto green citato perfino nel suo discorso in Senato nel giorno della sfiducia a Giuseppe Conte. Il leader di Italia Viva aveva motivato il niet alla sua “amica”, parole sue, Belloni spiegando che “in una democrazia che funziona il capo dei servizi segreti non diventa Capo dello Stato”. Questione di opportunità, dunque.
Un cambio di quel genere, aveva aggiunto, “succede in Paesi anti-democratici”, come sarebbe – tra l’altro – quello guidato da un altro suo “amico”, sempre parole sue, il principe Mohammad Bin Salman, accusato dalla Cia di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Ma, questo Renzi lo ha ripetuto più volte, non c’è nulla di male né di illegale – ed evidentemente neanche di anti-democratico – che un senatore della Repubblica riceva oltre un milione di euro, come segnalato dall’Unità informativa finanziaria della Banca d’Italia, da tre società arabe: la Mataio International Public, la Founder Future Inv Initiative Est e Royal Commission For Alula, che da sola ha accreditato 570mila euro al senatore per le sue consulenze. Le attività del leader di Iv, tuttavia, come già raccontato dal Fatto Quotidiano, non sarebbero possibili nei grandi Paesi democratici, dalla Spagna alla Francia passando per Germania e Regno Unito. In Italia l’assenza di una legge e di un codice di condotta al Senato gli permette di fare il doppio lavoro, nonostante l’Ue e il Greco (il gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa) chiedano di approvare da tempo una normativa sul tema.
L’attivismo di Renzi durante la partita per il Quirinale è stato forte anche per fermare un’altra figura, quella di Franco Frattini. La ragione? Il suo posizionamento internazionale. L’ex ministro degli Esteri è considerato infatti un filo-russo e aveva ribadito le sue posizioni sulla crisi ucraina in un’intervista poche settimane prima della convocazione del Parlamento per l’elezione del successore di Sergio Mattarella. “Le tensioni geopolitiche non facevano di Frattini il miglior candidato”, aveva spiegato il leader di Italia Viva al Corriere della Sera rivendicando di averci “messo la faccia” come su Belloni perché “chi ha cultura istituzionale sa che era doveroso farlo”.
Anche in questo caso, se ne evince, che la cultura istituzionale non comporti invece che un senatore non debba avere intensi rapporti ben retribuiti come conferenziere e consulente per uno Stato estero, oltretutto finito sotto accusa da parte di Amnesty International. Nel report 2020-2021 dell’organizzazione non governativa sulla situazione dei diritti umani nel mondo si ricorda come in Arabia Saudita i difensori dei diritti umani finiscano in carcere, ci siano una repressione dura del dissenso, nonché decine di esecuzioni e continui la persecuzione degli omosessuali. Altro che “nuovo Rinascimento”. Del resto, Renzi – che arrivò a definire Riyad un “baluardo contro l’estremismo islamico” – lo ha ribadito più volte: “Io faccio conferenze che sono permesse dalla legge, se domani le vietano ne prendo atto”, aveva spiegato ospite di Non è l’Arena di Massimo Giletti.
Adesso, mentre l’ex presidente del Consiglio cerca nuovo spazio al centro provando a riunire i moderati per ricostruire una forza politica capace di avere un peso specifico nella prossima legislatura dalla quale rischierebbe di rimanere fuori senza aggregazioni, sul tavolo della procura di Firenze arriva il nuovo dossier legato ai suoi introiti garantiti dall’Arabia Saudita. Sui circa 80mila euro finora noti i magistrati fiorentini, a dicembre, hanno chiesto l’archiviazione non ravvisando alcun reato: le prestazioni (conferenze) erano effettivamente state svolte. Ora la Banca d’Italia segnala 1,1 milioni di euro derivanti anche da attività di consulenza e toccherà agli inquirenti vagliarne la legittimità. Il senatore ha già spiegato che si è trattato appunto di consulenze “per sostenere la nascita di una città green”, quella di Alula, patrimonio Unesco che arrivò a citare dagli scranni del Senato. Che avesse ricevuto un incarico era noto da aprile. Nulla invece si sapeva invece di quale fosse la retribuzione garantita dalla Commissione reale per Alula, presieduta da Bin Salman, né che si trattasse di un compenso fisso e periodico.Il profilo
Chi è Elisabetta Belloni, dalla Farnesina alla guida dei Servizi
Negli ultimi giorni e ancora di più nelle ultimissime ore si fa sempre più insistente il suo nome come candidata per il Quirinale. Tanti pregi e tanti primati nel corso della sua carriera, nel 2007 dichiarò di "non avere nessuna matrice politica"
Chi è Elisabetta Belloni, dalla Farnesina alla guida dei Servizi
Elisabetta Belloni
Il nome di Elisabetta Belloni ha cominciato a diventare popolare per il grande pubblico negli ultimi giorni, da quando ha cominciato a far parte di un ristrettissimo elenco di nomi sui cui si sono concentrati i negoziati tra i partiti per il ruolo di Presidente della Repubblica. Anche se già nel 2018 il suo nome fu fatto, insieme a quello di Lucrezia Reichlin, per il ruolo di presidente del Consiglio.
Si era poi parlato di lei come possibile sostituta di Draghi a palazzo Chigi qualora il premier traslocasse al Quirinale. Belloni infatti sembra godere di stima trasversale, tanto Pd che nella Lega e in Fratelli d'Italia, Luigi Di Maio ha speso in più occasioni per lei parole importanti. Tuttavia, Forza Italia, Italia viva, Coraggio Italia e Leu già annunciano il no a un'eventuale ascesa al Quirinale.
Sono tanti i primati legati al suo nome, Belloni è stata infatti la prima donna nella storia della Farnesina a essere nominata, nel 2016, Segretario generale e poi la prima donna in Italia alla guida dei servizi segreti, nominata il 12 maggio 2021 dal presidente del Consiglio Mario Draghi per guidare il Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza).
Elisabetta Belloni è nata a Roma il 1 settembre 1958. Fu tra le prime allieve di sesso femminile a potersi iscrivere al liceo Massimo di Roma, un istituto di Gesuiti fino ad allora ristretto ai soli uomini, per altro lo stesso liceo frequentato dall’attuale premier Draghi.
Al Massimo, ricordò un'emozionata Belloni nel 2007, ricevendo un premio dedicato agli ex alunni, ci hanno "insegnato l'impegno e il rigore che ci accompagnano per tutta la vita". Nella stessa intervista rivendicò con orgoglio di “non avere nessuna matrice politica”.
Laureata nel 1982 in Scienze Politiche all’Università LUISS di Roma, tre anni dopo, a seguito di un concorso, fu nominata Volontario nella carriera diplomatica, cioè il primo grado della carriera diplomatica in Italia, per poi ricoprire vari incarichi nelle ambasciate italiane e estere, a Vienna e a Bratislava.
A 63 anni la Belloni - che parla quattro lingue e vanta, tra le onorificenze, la Legion d'onore ricevuta dalla Francia - ha alle spalle tanti alti incarichi sempre presso gli Esteri in particolare, tra il 1999 e il 2004 è stata, alla guida della segreteria della Direzione per i Paesi dell’Europa, capo dell’Ufficio per i Paesi dell’Europa centro-orientale e capo della segreteria del Sottosegretario di Stato agli Esteri.
Dal 2004 al 2008 ha diretto l'unità di crisi del Ministero affari Esteri, ed è stata quindi direttrice generale della cooperazione allo sviluppo del medesimo dicastero dal 2008 al 2013, mentre dal gennaio 2013 al giugno 2015 direttrice generale per le risorse e l’innovazione e capo di gabinetto durante il governo Renzi, nel 2015, quando era ministro Paolo Gentiloni.
Riservatissima, della sua vita privata si sa poco: è rimasta vedova cinque anni fa, dopo la morte del marito Giorgio Giacomelli, anche lui ambasciatore. Chi la conosce bene parla di lei come una donna con un personalità forte, molto determinata. Che crede nel ruolo delle donne, "particolarmente idonee – aveva sottolineato anni fa in un'altra intervista - perché hanno quasi per natura una propensione alla decisione senza tentennamenti e all'assunzione di responsabilità anche quando ciò comporta dei rischi personali".