I GIUDICI DEI TRIBUNALI ITALIANI??*
*Nella vicenda giudiziaria denominata “piedi d’argilla”, che ha coinvolto oltre all’europaralamentare Aldo Patriciello (assolto) anche esponenti della sua famiglia e titolari di aziende del suo gruppo, interviene l’avvocato Arturo Messere, che rappresenta gli interessi dell’Anas, parte lesa. E che precisa che la Cassazione non ha di fatto assolto Gaetano Patriciello, Massimo Zullo Pallotta dai reati di truffa e frode in pubbliche forniture, bensì ha annullato la sentenza della Corte d’Appello per avvenuta prescrizione. Una differenza sostanziale, che non chiude ora la fase del risarcimento dei danni da discutere presso la Corte di Appello di Salerno, dove la Cassazione ha solo rinviato. L’avvocato Messere precisa infatti che alla Corte di Appello di Salerno si svolgerà il giudizio civile afferente agli interessi civili e al risarcimento dei danni da corrispondere all’Anas. La richiesta è di 10 milioni di euro. E dunque, commenta Messere, "Piedi d’acciaio o piedi d’argilla"?*******
*IL PROCESSO PIEDI DI ARGILLA CELEBRATO AL TRIBUNALE D'ISERNIA MOLISE ITALIA VA' RIFATTO ALTROVE,LA GIUDICESSA MONOCRATICA ROBERTA 'ONOFRIO NON E' GIUDICE ABILITATA A DECIDERE UN PROCEDIMENTO PENALE DI TALE PORTATA, QUINDI,LE CONDANNE LE ASSOLUZIONI, ECC... DECISE DA COSTEI SONO DA RITENERSI NULLE IN QUANTO MANCA IL REQUISITO FONDAMENTALE PER LA SIG.RA ROBERTA 'D'ONOFRIO QUELLO DI GIUDICE,FRA L'ALTRO IL PATRICIELLO NON POTEVA NON SAPERE CHI ERA LA GIUDICESSA ROBERTA D'ONOFRIO,DOPO VARIE PERIPEZIE IL PROCESSO FU' AFFIDATO A COSTEI INSERITA AD OC NEL TRIBUNALE D'ISERNIA MOLISE ITALIA.*SOLO NEI MIEI RIGUARDI LA D'ONOFRIO INSIEME AL PM MATTEI ALFREDO DEVONO RISPONDERE DI TENTATA ESTORSIONE A MEZZO ATTI GIUDIZIARI FALSI PER DEI REATI ATTRIBUITOMI DI SANA PIANTA.OLTRE A UN FALSO PROCESSO INVENTATO A DANNO DI UN COMPONENTE DEI SERVIZI DI SICUREZZA MILITARI ITALIANI DOPO AVERGLI RUBATO TUTTI I BENI MOBILI + 2 AUTOMOBILI CON L'UTILIZZO DI OLTRE 22 CARABINIERI CON 7 AUTO PROVENIENTI DA TUTTO IL MOLISE E CON ATTI GIUDIZIARI FALSI A FIRMA DEL PRESIDENTE FRANCESCO FERDINANDI E DEI SEGUENTI PRESUNTI GIUDICI IN FORZA AL TRIBUNALE D'ISERNIA.*ELENA QUARANTA,LUIGI CUOMO,GIOVANNA ZARONE ECC.. SOLO PER AVER CHIESTO LA FORZA PUBBLICA NELL'AULA DI GIUSTIZIA ALDO MORO IN QUANTO IN QUEL TRIBUNALE FANNO USO CONTRO I CITTADINI DI POTENTI DROGHE. LO STESSO DICASI PER IL PM FEDERICO SCIOLI, IL PM MARCO GAETA,IL GIP LUIGI CUOMO E QUANT'ALTRI HANNO PARTECIPATO ALL'INSABBIAMENTO DEI REATI COMMESSI NELLA COSTRUZIONE DELL'OPERA PUBBLICA*L'EX PROCURATORE DELLA REPUBBLICA D'ISERNIA ANTONIO LA VENUTA ERA IL TITOLARE DELLE INDAGINI DELLA SUPERSTRADA MOLISANA, DOVE NELLA COSTRUZIONE VENNERO IMPIEGATI MATERIALI NON CONFORMI.* ANTONIO LA VENUTA GIA' VECCHIA CONOSCENZA DEI SERVIZI SEGRETI MILITARI ITALIANI, UNA VOLTA MI CONFIDO' PERSINO CHE LUI ERA UNA "PIETRA." *FU' RIMOSSO DALLA CARICA PER INCOMPATIBILITA' AMBIENTALE PROPRIO CON I CARABINIERI.*FRA L'ALTRO ALCUNI IMPUTATI A VARIO TITOLO NEL PROCEDIMENTO PENALE CHIAMATO PIEDI DI ARGILLA ERANO PROPRIO I CARABINIERI,COME I MARESCIALLI PRATA,NOTARO ECC.. ANCHE QUESTI COMPRESO MARCO DI FILIPPO IN SERVIZIO PRESSO I CC.D'ISERNIA E IL FRATELLLO DIFILIPPO P.SEGRETARIO PARTICOLARE DEL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA D'ISERNIA ANTONIO LA VENUTA ERANO VECCHIE CONOSCENZE DEI SERVIZI DI SICUREZZA MILITARI ITALIANI. *IL GIUDICE CHE DECISE IL PROVVEDIMENTO DI RIMOZIONE DEL PROCURATORE LA VENUTA EX CANDIDATO ALLE ELEZIONI POLITICHE NEL PARTITO DI SILVIO BERLUSCONI DI FORZA ITALIA,*E' UN CERTO MARCO DI NAPOLI SOSTITUTO PROCURATORE A SUO DIRE PRESSO IL TRIBUNALE DI BARI,OGGI PROCURATORE DELLA REPUBBLICA A BRINDISI..*DOPO UN LASSO DI TEMPO CHE LA PROCURA DELLA REPUBBLICA D'ISERNIA RIMASE PRIVA DEL CAPO,UN BEL GIORNO VENNE OCCUPATA DA PAOLO ALBANO PROVENIENTE DALLA PROCURA DI SANTA MARIA CAPUA VETERE ANCH'EGLI VECCHIA CONOSCENZA DEI SERVIZI DI SICUREZZA MILITARI ITALIANI.DOPO ALCUNI MESI DI REGNO DI PAOLO ALBANO ARRIVO' LA IMPUTAZIONE NELLA P3.*COME PURE MARCIANO, ANTONIO LAUDATI EX PROCURATORI DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BARI E MARCO DI NAPOLI EX SOSTITUTO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI BARI,COMPETENTI PER TERRITORIO SU' ISERNIA DEVONO RISPONDERE DI OMISSIONE DI ATTI D'UFFICIO E QUANT'ALTRO NEI RIGUARDI DEI MARINGOLA,IN QUANTO SI FECERO SPEDIRE A MEZZO LETTERE RACCOMANDATE AR.DETTAGLIATE DENUNCE RIFERITE A GRAVISSIMI REATI COMMESSI DALLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA CHE OCCUPO' IL TRIBUNALE E PROCURA DELLA REPUBBLICA D'ISERNIA,COME IL FURTO DI TUTTI I BENI DELLE FAMIGLIE ITALIANE DALLE PROPRIE ABITAZIONI MEDIANTE ATTI GIUDIZIARI FALSI A FIRMA DEI PRESUNTI GIUDICI FRANCESCO FERDINANDI,LUIGI CUOMO,GIOVANNA ZARONE,ELENA QUARANTA,ECC...E I FALSI PROCESSI PENALI IMBASTITI A CARICO DEI CITTADINI,SENZA CHE QUESTI AVESSERO COMMESSO ALCUN REATO PENALE.LO STESSO DICASI PER IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA ITALIANA E DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA******* *************************************************************************Albano: «La mia nomina l'ho conquistata sul campo»«Non ho nulla da cui difendermi, sono totalmente estraneo a questa vicenda». Il procuratore capo di Isernia, Paolo Albano, il cui nome è nelle carte dell'inchiesta sulla cosiddetta P3, si dichiara estraneo ed afferma che la sua nomina non ha a che vedere con questa storia: «Sono assolutamente tranquillo e sereno - ha affermato in un'intervista con il telegiornale regionale della Rai il magistrato che è arrivato in Molise la scorsa primavera - perchè la mia nomina ad Isernia è regolare e conquistata sul campo dopo 38 anni di magistratura». Di Albano si parla negli atti dell'inchiesta nel passaggio dedicato alle presunte pressioni fatte dal comitato d'affari segreto sulla magistratura. In particolare dalle conversazioni, intercettate dai carabinieri si evincerebbe l'esistenza di un elenco di magistrati graditi alla P3, tra questi ci sarebbe anche il nome di Albano per il quale Pasquale Lombardi, uno dei componenti della P3, avrebbe chiesto la nomina a Isernia. «Io Lombardi l'ho conosciuto pochi mesi fa e non venti anni fa» ha sottolineato Albano. Poi parla del convegno al quale lui stesso partecipò e che aveva tra gli organizzatori proprio Lombardi. «Non c'era nulla di strano - ha detto - lì c'erano i più alti magistrati d'Italia». Quindi ha concluso: «Per la mia nomina non c'era la necessità di nessun aiuto e il Csm potrà confermare appieno questa circostanza. Comunque il Consiglio Superiore della Magistratura deciderà se io debba essere sentito o no». L'inchiesta della Procura di Roma – è noto – riguarda i legami della P3, una vera e propria loggia che esercitava pressioni per mettere in piedi affari in alcuni settori, come i casinò e la produzione di energia eolica. Un'inchiesta che vede indagati numerosi nomi eccellenti, come quelli di Marcello Dell'Utri e Denis Verdini. Un filone riguarda le presunte pressioni esercitate nei confronti della magistratura*LA PRIMA COMMISSIONEP3, altri magistrati nel mirino del CsmÈ stato deciso di focalizzare l’attenzione su Marconi (Salerno), Santamaria Amato (Milano), Izzo (Nocera)NAPOLI - Non si limita ad Alfonso Marra, presidente della Corte di Appello di Milano, ma riguarda anche altri magistrati citati nell’inchiesta sulla P3 l’ attività della prima commissione del Csm. Nella seduta di oggi - a quanto si è appreso - è stato deciso di focalizzare l’ attenzione sul presidente della corte di Appello di Salerno, Umberto Marconi (non iscritto nel registro degli indagati) in merito al presunto coinvolgimento nell'attività di dossieraggio ai danni dell’attuale presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro; sul sostituto procuratore generale di Milano Gaetano Santamaria Amato (ex componente del Csm tra il ’90 e il ’94), e sul procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato, a proposito delle intercettazioni delle conversioni di Lombardi; sui procuratori Giovanni Francesco Izzo (Nocera Inferiore) e Paolo Albano (Isernia) di cui Lombardi, in alcune intercettazioni, parla con componenti del Csm per favorire la loro nomina. Non rientrano, invece, nelle competenze della prima commissione le posizioni dell’ avvocato generale della Cassazione Antonio Martone, che ha chiesto di andare in pensione, e del capo degli Ispettori Arcibaldo Miller, magistrato fuori ruolo.Le toghe sporche e i Ferri del mestiere12 novembre 2011 alle ore 9:33Carta Canta - l'Espresso, 11 novembre 2011Sempre più spesso, negli scandali politico-affaristici, vengono coinvolti insigni magistrati. Come negli anni 50, quando la casta togata faceva fronte comune col blocco di potere dominante, ignorando allegramente mezzo codice penale: quello dei reati dei colletti bianchi. Il procuratore di Bari, Antonio Laudati, indagato a Lecce per abuso, favoreggiamento e violenza privata con l’accusa di aver rallentato le indagini sulle squillo di Tarantini chez Berlusconi. Il Pg di Potenza, Vincenzo Tufano, e i suoi sostituti Gaetano Bonomi e Modestino Roca inquisiti a Catanzaro per avere spiato e screditato colleghi scomodi come Woodcock, Iannuzzi, Montemurro e altri. Il presidente della Corte d’appello di Milano che lascia la toga per i suoi rapporti con la P4. Il procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, costretto a dimettersi e a patteggiare la pena per le coperture e le soffiate alla cricca della Protezione civile. Un altro aggiunto della Capitale, Giancarlo Capaldo, sotto esame del Csm per l’incredibile pranzo con Marco Milanese e Giulio Tremonti nel dicembre 2010, quando Milanese era indagato a Napoli e anche la Procura di Roma aveva raccolto notizie di reato a suo carico. E così via.Ma ora finalmente è arrivato il castigamatti: in un vibrante articolo sul Riformista intitolato “La trasparenza anche in magistratura”, un noto magistrato intima al Csm di adottare “criteri meritocratici e trasparenti” per “scegliere e puntare su dirigenti degli uffici giudiziari capaci e preparati”, “liberandosi del tutto dall’influenza correntizia”. E raccomanda ai colleghi di non “apparire di parte”, creando “confusione fra i cittadini”, per esempio con “la partecipazione a congressi politici e di partito”, come ha fatto di recente il pm antimafia Antonio Ingroia, reo di aver addirittura parlato di lotta alla mafia al congresso del Pdci e di essersi financo proclamato“partigiano della Costituzione sulla quale ho giurato”. “Per fortuna – conclude l’insigne giureconsulto – la stragrande maggioranza dei magistrati è lontana da queste forme di esposizione irrituali e passa il proprio tempo nelle aule giudiziarie a fare i processi ed a scrivere sentenze”. Ed “è questa parte di magistratura che può e deve farsi sentire oggi per dare il là (con l’accento sulla a, ndr) ad un nuovo modello di giustizia che recuperi appieno i valori del merito e dell’efficienza”. Parole sante, se non fosse che sono firmate “Cosimo Maria Ferri, segretario generale di Magistratura Indipendente”. Ma come: il leader di una corrente togata - quella di centrodestra - denuncia “la logica correntizia”? Il figlio di Enrico Ferri – giudice, ministro Psdi, membro del Csm, europarlamentare berlusconiano - denuncia la politicizzazione della magistratura? Il figlio di papà, eletto lui stesso al Csm a 35 anni grazie alla campagna elettorale paterna, predica alla meritocrazia?********************************************************************************************************************Ma questi sono solo dettagli. Il fatto più singolare è che Giacomo Maria Ferri, salvo casi di omonimia, è lo stesso magistrato che compare in ben tre recenti scandali: Calciopoli, Rai-Agcom-Annozero e P3. Gran collezionista di poltrone, nel 2005 è all’Ufficio vertenze economiche della Federcalcio. E, in una telefonata intercettata, ringrazia il vicepresidente Figc Innocenzo Mazzini a nome dell’amico Claudio Lotito, patron della Lazio, per aver fatto designare un arbitro che ha favorito i biancazzurri: “Mi ha detto Claudio di ringraziarti. Sei un grande”. Il Csm archivia. Nel 2009 Giancarlo Innocenzi, commissario berlusconiano all’Agcom, dice a Berlusconi di “aver trovato una chiave interessante” per bloccare Annozero grazie ai preziosi consigli di Ferri: i due si sentono più volte per concertare le manovre anti-Santoro. Il Csm se ne infischia. Nel 2010, nell’indagine P3, si scopre che Ferri raccomandò Marra per la Corte d’appello di Milano e non solo lui. Pasqualino Lombardi, il faccendiere irpino della P3, chiama la segretaria di Ferri: “(Al Csm, ndr) han fatto pure il pubblico ministero di Isernia?”. E quella: “Aspe’, chi ti interessava?”. Lombardi: “Paolo Albano, che è pure un amico!”. Lei lo richiama due ore dopo: “Ho chiesto proprio a Cosimo di Albano... m’ha detto che non ci dovrebbero essere problemi”. Nessun rilievo penale né disciplinare, ci mancherebbe. Solo fulgidi esempi di indipendenza e distacco dalla politica. La trasparenza e la meritocrazia innanzitutto.*PRESIDENTE,SEGUI.....IN ITALIA QUESTA E' LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE*******LA PULIZIA DELLA MAGISTRATURA*******IL DIRETTORE DELLA CIA A BREVE AVRA' SODDISFAZIONE PER L'INGIUSTA CONDANNA*DEFINITIVA* DI TUTTI I 25 COLLEGHI CONDANNATI PER IL SEQUESTRO DI ABU OMAR********I SERVIZI SEGRETI MILITARI ITALIANI DEVONO ACCERTARE TUTTI I PROCESSI CIVILI SVOLTI NEI TRIBUNALI MOLISANI PER IL FALLIMENTO DELLE IMPRESE,I PROCESSI PER ESPROPRIO,LE ASTE GIUDIZIARIE ECC..SE SONO TUTTI REGOLARI E LEGALI E SE CHI LI HA DECISI SONO REGOLARI GIUDICI ASSUNTI IN MAGISTRATURA CON CONCORSI PUBBLICI TRASPARENTI*******